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Manovra di bilancio, Italia in ritardo: è corsa contro il tempo

Il 21 novembre via libera in Cdm. A disposizione 30 miliardi, 21 dei quali, in deficit, contro il caro energia. Condono fiscale per i capitali all'estero

La manovra economica con la quale il Governo Meloni si prepara al varo della legge di bilancio è ancora in alto mare. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, lancia l’allarme: “Bisogna fare presto.

Se la legge di spesa dello Stato, la più importante nell’ambito dell’ordinaria amministrazione, non si vara entro il 31 dicembre si è poi costretti a ricorrere all’esercizio provvisorio di bilancio. Dunque a un fallimento cocente, sotto il profilo politico e istituzionale, per qualsiasi Governo. “L’impegno che ci siamo presi è di convocare un consiglio dei ministri lunedì” per approvare la manovra, ha detto Giorgetti a margine del G20 a Bali. “Dobbiamo fare presto“, ha aggiunto.

Giancarlo Giorgetti. Foto Ansa/Chigi Filippo Attili

Bisogna razionalizzare il credito d’imposta. Serve un alert sul fatto che la cessione dei crediti non è scontata. Salvo il pregresso, lo Stato non può continuare a garantire il ritmo del credito d’imposta attuale. Bisogna capire se da parte del sistema bancario arrivi una opportuna proposta” ha aggiunto il ministro riguardo alla manovra economica.

L’importo della manovra

Di fatto, per ciò che riguarda l’importo della manovra, ci sono 30-32 miliardi a disposizione, la gran parte destinati a misure contro il caro energia. Resta invece più di un dubbio, nella maggioranza, sull’opportunità di varare anche una disclosure sui capitali all’estero. Tradotto: un condono che consenta a chi ha trasferito ingenti somme fuori dall’Italia per sottrarle alla tassazione, di farle rientrare, in cambio di un sostanzioso sconto fiscale.

Giorgia Meloni e Xi Jinping al G20. Foto Ansa/Chigi Filippo Attili

Rientrati dal G20 di Bali, la premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti si sono dunque immersi nella definizione della prima manovra del nuovo Governo. Un passaggio decisamente delicato: c’è poco tempo, pochi soldi e serve il semaforo verde della Commissione europea.

I temi della manovra

Se, come sembra, lunedì 21 novembre arriverà il via libera dal Consiglio dei ministri, comincerà la corsa per l’approvazione degli emendamenti in Parlamento. A fine settimana il testo della manovra dovrebbe arrivare in Commissione Bilancio alla Camera e, al momento, l’approdo in Aula è previsto non prima del 20 dicembre. Inevitabilmente, il passaggio in Senato sarà solo tecnico, per chiudere prima di Natale o subito dopo. Un vertice fra la premier Meloni e i capigruppo di maggioranza è in programma oggi 18 novembre a Palazzo Chigi. Forza Italia ribadirà le critiche alla gestione delle modifiche sul superbonus edilizio nel decreto legge Aiuti quater:Non era il caso di anticipare al 25 novembre” il termine per la Cila, dicono da FI. E neppure “la deliberazione dei lavori condominiali per accedere al 110%, prima del décalage al 90%.”

Bollette simbolicamente bruciate durante la manifestazione ‘Insorgiamo’, che a Napoli a visto sfilare in corteo movimenti antagonisti, esponenti dell’ecologismo come Friday for Future e sigle come ‘Non paghiamo’ che si oppongono al caro bollette. Foto Ansa/Ciro Fusco

Lo scudo fiscale

In queste ore sono in corso valutazioni sulla possibilità di riproporre in manovra uno scudo per l’autodenuncia e il rientro dall’estero dei capitali nascosti al fisco. Una soluzione simile a quella realizzata dal Governo Renzi, che nel 2015 portò a recuperare circa 2,5 miliardi di euro. L’effetto di una nuova disclosure è stimato in 3-5 miliardi, che andrebbero a rinforzare l’ammontare di 30-32 miliardi emerso nelle riunioni delle ultime ore sulla manovra. Di questa cifra 21 miliardi sono in deficit, destinati ad aiuti per famiglie e imprese in crisi per il caro energia.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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