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G20 di Bali, Giorgia Meloni: “Qui per un mondo più giusto”

Unica donna premier presente al summit dei grandi del pianeta, la presidente del Consiglio declina la sua visione dei rapporti internazionali

La premier Giorgia Meloni interviene al summit mondiale dei 20 paesi più importanti, il G20, a Bali in Indonesia. È l’unica donna alla guida di un Governo fra i maggiori paesi del mondo. 

Quando l’Indonesia ha assunto la Presidenza del G20 – afferma Meloni nel suo intervento del 15 novembre – era impossibile prevedere che la Russia avrebbe invaso l’Ucraina.” Così come non era possibile prevedere “il devastante impatto che ciò avrebbe avuto sull’ordine mondiale e sulle nostre economie.” “Per riuscire nella sua missione, il G20 deve avere il coraggio di confrontarsi con le sfide più difficili in agenda” sottolinea la presidente del Consiglio italiana.

Giorgia Meloni a Bali, Indonesia, al summit del G20. Foto Ansa/Chigi Filippo Attili

Secondo il nuovo Governo di Roma per sfide difficili si intendono in primo luogo “le conseguenze del conflitto ucraino. In ambito economico, energetico e alimentare.” Effetti che “stanno investendo tutti e stanno senza dubbio colpendo in maniera preponderante i Paesi in via di sviluppo.” “Presidente Widodo – aggiunge poi Meloni rivolgendosi al presidente indonesiano – l’anno scorso a Roma nessuno avrebbe pensato che si sarebbe arrivati a questo. Con la guerra, la crisi alimentare e l’emergenza energetica. Ma non abbiamo permesso a nessuno di intimidirci.”

Meloni, l’Italia e la Ue

Abbiamo reagito e abbiamo continuato a lavorare insieme” dice ancora Giorgia Meloni. “Non solo su energia e cibo, ma anche su tante altre sfide. La difesa dell’ambiente, il contrasto ai cambiamenti climatici, infrastrutture più efficienti, un’istruzione di qualità, assistenza sanitaria per tutti. Le generazioni future meritano un mondo migliore e tutti noi abbiamo il dovere di lavorare in questa direzione.” “L’Italia, insieme all’Unione europea – conclude la premier – sta intervenendo per fare fronte alla spropositata e sproporzionata crescita dei prezzi dell’energia. Per aumentare la produzione nazionale e accelerare la diversificazione delle fonti di approvvigionamento.”

Foto Ansa/Chigi Filippo Attili

Secondo Giorgia Meloni la guerra in Ucraina ha certamente contribuito ad aggravare la crisi energetica globale. Ma non c’è soltanto questo aspetto. Perché la crisi “ha finalmente posto in evidenza i tanti errori commessi, almeno dall’inizio del Millennio, nelle politiche energetiche e nei rapporti tra paesi produttori e consumatori.” “Dal dramma della crisi energetica può emergere, per paradosso, anche l’opportunità di rendere il mondo più sostenibile” sostiene la premier davanti ai grandi del G20. L’auspicio e l’obiettivo italiano è inoltre quello di “costruire un mercato più equilibrato. Nel quale gli speculatori abbiano meno influenza e i paesi fornitori (di energia, ndr.) abbiano meno opportunità di usare l’energia come un’arma contro altri paesi.” Quello del G20 è per Meloni il secondo summit del massimo livello internazionale a cui partecipa, dopo la Conferenza dell’ONU sul clima, la Cop27 in Egitto, della scorsa settimana.

Foto Ansa

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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