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Crisi tra Francia e Italia, Mattarella chiama Macron

Il Presidente tenta di ricucire i rapporti con Parigi, dopo lo strappo su sbarchi e ricollocamento dei migranti

La crisi diplomatica tra Francia e Italia preoccupa Sergio Mattarella. Il presidente della Repubblica ha chiamato al telefono il suo omologo transalpino, Emmanuel Macron. Comunicato congiunto di Eliseo e Quirinale al termine del colloquio.

Nel corso del dialogo, fa sapere il Quirinale, Mattarella e Macron hanno affermato la grande importanza delle relazioni tra Italia e Francia. E hanno condiviso la necessità di porre in atto condizioni di piena collaborazione in ogni settore fra i due paesi, storici alleati e ‘cugini’ in Europa. La collaborazione a cui pensano Macron e Mattarella riguarda sia l’ambito bilaterale che quello dell’Unione Europea.

Volutamente, il comunicato congiunto fra Macron e Mattarella non entra minimamente nei dettagli delle relazioni tra Italia e Francia. Non parla esplicitamente di migranti o di altri dossier. I due capi di Stato – soprattutto Mattarella che nell’ambito della nostra repubblica parlamentare, e non presidenziale come quella francese, è figura di garanzia costituzionale – non indicano cosa bisogna fare. E neppure su quali specifici argomenti si sia svolto il loro colloquio telefonico del 13 novembre. Da un punto di vista formale quello che i due presidenti esprimono è un auspicio generico di ripresa della collaborazione, senza entrare nel merito delle questioni sul tappeto.

Mattarella e il patto del Quirinale

Non è però certo un caso se il comunicato congiunto Eliseo-Quirinale – un fatto che non accade tutti i giorni – arrivi al culmine di una crisi sull’accoglienza dei migranti tra Francia e Italia. Sergio Mattarella ed Emmanuel Macron sono stati protagonisti, esattamente un anno fa – assieme all’allora premier italiano Mario Draghi – dal Trattato del Quirinale. Un patto che cementa le relazioni fra Roma e Parigi, con l’obiettivo di consolidare una stabile piattaforma per un’alleanza più profonda e duratura in chiave europea.

Foto Ansa/Chigi Filippo Attili

Ma lo sbarco ‘forzato’ dei migranti a bordo della nave Ocean Viking a Tolone invece che in Sicilia, in questi giorni, ha determinato la furiosa reazione della Francia. Una questione ben presente a Mattarella. Il nuovo Governo Meloni ha rifiutato di concedere un porto sicuro alla nave della Ong Sos Méditerranée e Parigi ha alzato i toni, bloccando il programma di ricollocamento europeo dei migranti già sbarcati sulle nostre coste. E definendo “Giorgia Meloni la grande perdente di questa situazione“. Anche la Germania si è irritata. E si è schierata a sostegno del soccorso umanitario dei migranti profughi nel Mar Mediterraneo. “L’impegno delle Ong merita la nostra riconoscenza e il nostro appoggio“, ha twittato l’ambasciatore tedesco in Italia, Viktor Elbling.

Salvini minaccia il “pugno duro”

Ma l’Italia, per voce del vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, sembra non voler arretrare. “Il Governo è pronto al pugno duro sugli sbarchi” ha rilanciato Salvini. Parole che difficilmente potranno essere apprezzate da Sergio Mattarella. E il nostro ministro degli Esteri? Antonio Tajani, pur ribadendo le ragioni di Roma, è sembrato tendere la mano ai francesi: “Siamo pronti a parlare con Parigi e a chiudere una polemica che non è partita da noi“.

Foto Ansa/Matteo Corner

Lunedì 14 novembre nel Consiglio degli Affari Esteri dell’Unione europea si dovrebbe parlare anche di soccorso e redistribuzione dei migranti. E, anche qui, non è un caso se Mattarella ha chiamato Macron nello stesso giorno. “Nel corso della riunione sarà evocata la questione migratoria. Io farò un richiamo” alla necessità “dell’unità dell’Ue, della responsabilità per le vite umane e della solidarietà tra gli europei“. Così la sottosegretaria francese per gli Affari europei, Laurence Boone. “Ne approfitterò per ringraziare i Paesi che aiutano la Francia ad accogliere i rifugiati“, ha aggiunto. Al momento, invece al momento non è previsto al G20 di Bali un incontro tra la premier Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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