Covid, Mattarella: “Il peggio è passato ma serve ancora prudenza”

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Sul Covid arriva un messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Dopo oltre due anni e mezzo di pandemia non possiamo ancora proclamare la vittoria finale. Dobbiamo ancora far uso di responsabilità e precauzione” dice il capo dello Stato.

La Sanità pubblica, afferma il Presidente intervenendo a Roma alla Celebrazione de I Giorni della Ricerca, “ha il compito di mantenere alta la sicurezza soprattutto dei più fragili, dei più anziani, di coloro che soffrono per patologie pregresse. Tuttavia sentiamo che il periodo più drammatico è alle nostre spalle“. Nella lotta al Covidla scienza è stata decisiva. Come lo è stata la dedizione del personale sanitario, in ogni ruolo. Come lo è stata la solidarietà, nelle sue più diverse espressioni, a tutti i livelli. Dai gesti semplici di aiuto tra le famiglie, nelle comunità, alle scelte comuni compiute dall’Unione europea“, ha sottolineato Mattarella.

Sergio Mattarella. Foto Ansa/Quirinale Paolo Giandotti

Covid, l’importanza dei vaccini

Senza l’ammirevole impegno della scienza per individuare i vaccini, scoperti e prodotti in tempi record, anche grazie alle scoperte realizzate nella lotta contro il cancro, oggi saremmo costretti a contare molte migliaia di morti in più. Se oggi possiamo, nella gran parte dei casi, affrontare il Covid come se si trattasse di un’influenza poco insidiosa, è perché ne è stata fortemente derubricata la pericolosità per effetto della vaccinazione.”

Il presidente della Repubblica sottolinea poi che “la pandemia di Covid ci ha fatto capire quanto è importante il Servizio sanitario nazionale e quanto è prezioso il suo carattere universalista. Cioè la vocazione a proteggere tutti i cittadini senza esclusioni. Al tempo stesso, abbiamo toccato con mano anche i limiti delle nostre strutture e della nostra organizzazione sanitaria, così come si è evoluta nei decenni. Anche nel campo della sanità, così essenziale a un pieno diritto di cittadinanza, siamo chiamati a usare al meglio le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza per accrescerne l’efficienza“.

Orazio Schillaci, neo ministro della Salute, finora rettore dell’Università di Roma Tor Vergata. Foto Ansa

Il Governo e la pandemia

Dal Governo Meloni si apprende intanto che è in via di definizione un provvedimento che consentirà il reintegro in servizio del personale sanitario soggetto a procedimenti di sospensione per inadempienza all’obbligo vaccinale. Ciò avverrà prima del termine di scadenza della sospensione. Lo annuncia il neo ministro della Salute, Orazio Schillaci, in un comunicato. Schillaci rende nota, inoltre, la sospensione della pubblicazione giornaliera del bollettino dei dati relativi alla diffusione dell’epidemia, ai ricoveri e ai decessi. D’ora in poi i dati si sapranno soltanto una volta alla settimana.

Il ministro della Salute, a 6 mesi dalla sospensione dello stato d’emergenza e in considerazione dell’andamento del contagio da Covid-19, ritiene “opportuno avviare un progressivo ritorno alla normalità nelle attività e nei comportamenti“. Nella nota di Schillaci si precisa che i comportamenti dei cittadini devono ispirarsi “a criteri di responsabilità e rispetto delle norme vigenti“.

Sergio Mattarella con Giorgia Meloni, in occasione della cerimonia “I Giorni della Ricerca”, il 28 ottobre 2022. Foto Ansa/Quirinale Paolo Giandotti

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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