Sanctuary del newyorkese Zachary Wigon ha fatto il suo debutto in sala tra gli spazi dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone nella cornice della Festa del Cinema di Roma.
Tempo fa bastava che un masochista chiedesse di esser l’oggetto delle soddisfazioni sessuali del sadico. Era necessaria che fosse pronunciata una sola parola, un solo imperativo per appagare il dominatore. Ma oggi, il gioco di coppia appare più complesso. Dietro, potrebbe nascondersi qualcosa di più profondo che sfiora corde che alimentano una ricerca interiore a tal punto da scoprire cosa possa fare l’essere umano per vivere. Per godersi il film Sanctuary senza nessun imbarazzo, basta seguire con attenzione ogni gesto e non perdersi nessuna delle battute che si scambiano la dominatrice Rebecca interpretata da Margaret Qualley e il cliente Hal, ruolo dato all’attore Christopher Jacob Abbott.
Sulla pellicola diretta dal regista Zachary Wigon i due protagonisti si incontrano per quella che Hal considera l’ultima volta, in una stanza di un albergo della catena che lui sta per ereditare dopo la morte del padre. Hal pensa che quella relazione sia diventata troppo pericolosa e cerca di chiuderla regalando un orologio all’impavida Rebecca, ma lei non è esattamente d’accordo.
Tra la dominatrice ed il facoltoso cliente si innesca uno scontro al quale ognuno dei due si impegna nel cercare di definire il proprio ruolo. Il ‘duello’ soprattutto verbale, si sviluppa su più livelli a tal punto da coinvolgerli in profondità e oltre i limiti. Parliamo di una guerra tra i sessi? Il lungometraggio di Zachary Wigon va al di là e non è chiaro se Hal voglia interrompere la relazione con Rebecca per un fatto personale o professionale. Dopo una notte intensa, gli equilibri tra loro si spostano, subiscono scosse emotive e non è più chiaro chi dei due abbia in mano il potere. La tentazione intellettuale prende il sopravvento e diventa il fulcro della narrazione di Wigon. I ruoli non sono più definiti e le certezze dello spettatore vengono continuamente messe in crisi. Apprezzabile l’aspetto visivo per alcuni movimenti della macchina da presa nonostante ci sia comunque un eccesso di verbosità.
Credit Press Office
Non è da poco tempo che il regista Zachary Wigon aveva in mente di realizzare un thriller con protagonista una dominatrice col suo cliente. Ha raccontato il totale controllo che una persona (in questo caso la dominatrice) possa avere sul suo cliente. Il torbido gioco di sesso, potere e controllo prossimamente al cinema. Qui di seguito uno scatto fotografico che ritrae l’attrice Margaret Quallay sul red carpet.
Ansa
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