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Senato, La Russa presidente senza i voti di FI ma con alcuni dell’opposizione

Nel mirino il Terzo Polo che però ha solo 9 senatori. Il "vaffanc..." di Berlusconi al neo presidente (poi però lo vota)

Ignazio La Russa (FdI) è il nuovo presidente del Senato. Nel corso della prima seduta del nuovo Parlamento il “Rasputin” della premier in pectore, Giorgia Meloni, ha ottenuto 116 voti. Non quelli di Forza Italia, che ha non ha votato, ma, a sorpresa, alcuni delle opposizioni. Diverbio con Berlusconi che, prima del voto, manda La Russa a quel paese.

I senatori presenti sono stati 187, i votanti 186, la maggioranza richiesta era di 104 voti. La Russa ne ha ricevuto 116 suffragi, Liliana Segre 2, Roberto Calderoli 2. Le schede bianche sono state 66. La Russa ha portato un mazzo di rose bianche a Liliana Segre che aveva fino a quel momento presieduto il Senato. Applausi dai banchi del Centrodestra, Forza Italia compresa. Applausi più tiepidi anche dai banchi dell’opposizione.

Foto Ansa/Alessandro Di Meo

La Russa: “Cambiare la Costituzione

Anche in questa legislatura ci si aspetta e si parlerà di riforme” ha detto nel suo discorso all’Aula il neo presidente La Russa. “Non dobbiamo favoleggiare il ‘tutto e subito’, ma soprattutto non bisogna temerle. Bisogna provare a realizzarle insieme. E al Senato può spettare il via alla necessità di aggiornare – non la prima parte che è intangibile – ma quella parte della Costituzione che dia più capacità di dare risposte ai cittadini e di appartenere alla volontà del popolo“. La Russa ha inoltre detto di credere “che il Senato possa farlo, in vari modi. L’importante ci sia volontà politica di realizzarle queste riforme“.

Il 25 aprile e Liliana Segre

Ho voluto omaggiare, non pro forma ma dal cuore, portare fiori alla senatrice a vita Segre che ha parlato di tre date alle quali non voglio fuggire: il 25 aprile, il primo maggio e il 2 giugno. Io vorrei aggiungere la data di nascita del Regno d’Italia che prima o poi dovrà assurgere a festa nazionale. Queste date tutte insieme vanno celebrate da tutti perché solo un’Italia coesa e unita è la migliore precondizione per affrontare ogni emergenza e criticità“. Com’era ovvio sono arrivati i complimenti di Giorgia Meloni a La Russa. “Congratulazioni al neo presidente del Senato della Repubblica, Ignazio La Russa. Siamo orgogliosi che i senatori abbiano eletto un patriota, un servitore dello Stato, un uomo innamorato dell’Italia e che ha sempre anteposto l’interesse nazionale a qualunque cosa.

La Russa dona un mazzo di fiori a Liliana Segre. Foto Ansa/Alessandro Di Meo

Renzi e l’elezione di La Russa

L’elezione di Ignazio La Russa costituisce però un caso politico: il primo, nel primo giorno della nuova legislatura. Lo stesso neo presidente ha ringraziato, infatti, “anche chi mi ha votato non essendo in maggioranza“. Considerata il non voto di Forza Italia, si ritiene che La Russa abbia incassato almeno 17 voti provenienti dalle opposizioni. Berlusconi avrebbe additato Matteo Renzi. Ma in realtà, senza nominarlo, lo hanno fatto molti leader politici.

Sui social è scoppiata la polemica contro il “Terzo Polo stampella della destra”. “Non siamo stati noi, lo avrei rivendicato con orgoglio” ha detto Matteo Renzi. “Noi abbiamo votato scheda bianca. È chiaro che c’è un regolamento di conti intorno al Centrodestra“. Duro su Twitter il coordinatore della segreteria PD, Marco Meloni. “Mentre la maggioranza è partita divisa, una parte dell’opposizione ha fornito un soccorso decisivo per l’elezione di La Russa a presidente del Senato. Un comportamento grave e irresponsabile che deve essere denunciato con la massima forza“.

Berlusconi contro La Russa

Momenti di tensione, prima del voto, tra il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, e Ignazio La Russa. Riprese del Tg1 e di Sky mostrano l’esponente di FdI avvicinarsi al Cavaliere che, dopo un breve scambio, sbatte i pugni sul banco e manda letteralmente a quel paese La Russa. Poi una nota ufficiale di Forza Italia. “Sinceri auguri al nuovo presidente del Senato Ignazio La Russa. Forza Italia ha voluto dare un segnale di apertura e collaborazione con il voto del presidente Berlusconi. Ma in una riunione del gruppo al Senato è emerso un forte disagio per i veti espressi in questi giorni in riferimento alla formazione del Governo. Auspichiamo che questi veti vengano superati, dando il via ad una collaborazione leale ed efficace con le altre forze della maggioranza, per ridare rapidamente un governo al Paese“.

La rabbia di Berlusconi per i veti di FdI su esponenti di FI al Governo: e manda a quel paese La Russa.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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