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Price cap in Europa? Berlino boccia il progetto Draghi

Il premier italiano uscente sostiene da mesi l'urgenza di un tetto al prezzo del gas russo ma il rifiuto tedesco resta intatto

Niente da fare, l’Europa si sfalda di fronte al price cap, il tetto al prezzo delle importazioni di gas naturale dall’esterno dei confini Ue. Nel giorno del Consiglio dei ministri per l’Energia, il 30 settembre, l’unità d’intenti è lontana. Se Mario Draghi predica da mesi la necessità di imporre il price cap per mitigate i danni energetici dalla Russia, che ha invaso l’Ucraina, il governo tedesco ribadisce che non ne vuol sentir parlare.  

Il no generalizzato al price cap del cancelliere della Germania, Olaf Schoz, non arriva per “ragioni ideologiche“, ma perché è necessario “garantire la sicurezza degli approvvigionamenti“, indicano fonti diplomatiche tedesche. Con un tetto su tutte le importazioni di gasc’è un alto rischio che il Gnl (il gas naturale liquefatto da rigassificare, ndr.) vada verso l’Asia o altrove” dove ci sono paesi disposti a pagarlo meglio. Ma se dovesse esserci un tetto al prezzo del gas la Germania ritiene che il caro energia diventi “un problema ancora più grande” tagliando l’Europa fuori dalle forniture. L’unica soluzione accettabile per il governo tedesco, sottolineano ancora le stesse fonti, è quella di negoziare direttamente con i fornitori.

Foto Ansa/Epa

In queste ore la Germania è intervenuta anche sulle relazioni col nostro Paese. “Il Governo tedesco è complessivamente pronto a collaborare con i Governi dei paesi partner” ha detto Steffen Hebestreit il portavoce del cancelliere tedesco, Olaf Scholz. L’amicizia con l’Italia è “profonda” e “così resterà“.  Sul price cap ha invece fatto esplicite dichiarazioni il ministro dell’Economia tedesco, Robert Habeck, arrivando a Bruxelles al Consiglio dei ministri Ue dell’energia.

Price cap, una scelta difficile

Si è parlato tanto di un price cap sul gas dalla Russia sull’Ucraina: è una sanzione. Per questo sono aperto” ha detto Habeck. “Naturalmente se i paesi dell’Europa sudorientale non temono carenze” ha aggiunto. “Ho detto qui all’inizio della crisi che la Germania non è ancora pronta, abbiamo bisogno di un po’ di tempo. Soprattutto dobbiamo parlare con i paesi amici, la Norvegia, gli Stati Uniti, l’Algeria, perché i prezzi si abbasseranno, e su questo ci sarà sicuramente” un confronto.

Foto Ansa/Epa Andy Rain

Ma in ogni caso “il price cap al gas non è sul tavolo oggi“. Lo ha dichiarato Jozef Sikela, ministro dell’Industria della Repubblica Ceca, che detiene la presidenza di turno dell’Ue, arrivando al Consiglio straordinario Energia a Bruxelles. “Mi aspetto che andremo avanti passo dopo passo, implementando le misure strada facendo. Potrebbe essere il prossimo punto in agenda“, ha precisato.

Accordo Ue sull’elettricità

Sulla questione del price cap l’Ue deve trovare una via comune che tutti i 27 Stati membri possano accettare, secondo la commissaria europea all’Energia, Kadri Simson. “Poiché diversi Stati membri si aspettano soluzioni diverse, la Commissione deve presentare un’idea che goda di un ampio sostegno“. In ogni caso la presidenza ceca della Unione europea ha reso noto che i ministri europei dell’Energia hanno raggiunto un accordo politico. E, per ora, lo hanno stabilito circa le misure per mitigare gli alti prezzi dell’elettricità. Si tratta di concordare il taglio dei consumi, un tetto agli extra-ricavi per i produttori di energia elettrica e il contributo di solidarietà dei produttori di combustibili fossili.

La commissaria europea all’Energia, Kadri Simson. Foto Ansa/Epa Christophe Petit Tesson

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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