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Inondazioni in Pakistan: “Colpite 33 milioni di persone, è una catastrofe climatica”

Almeno mille morti e migliaia di sfollati solo negli ultimi giorni. Distrutti villaggi, strade, campi. Un terzo del paese è sott'acqua

Il 30% del Pakistan è invaso dall’acqua. Inondazioni si susseguono dal mese di giugno, a  causa delle piogge monsoniche, e adesso il paese asiatico è in pieno allarme.

Ci sarebbero almeno un migliaio di vittime, secondo le autorità di Karachi. I servizi di emergenza stanno ancora cercando di raggiungere vari villaggi isolati nelle zone montuose del Nord del paese, il che potrebbe aumentare ulteriormente il bilancio del disastro anche e soprattutto in termini di vite umane perdute. Il ministro federale per il Cambiamento climatico, Sherry Rehman, ha dichiarato che il Pakistan sta affrontando una “grave catastrofe climatica, una tra le più dure dell’ultimo decennio“.

Foto Ansa/Epa Bilawal Arbab

Le violente inondazioni hanno spazzato via villaggi e raccolti. Militari e soccorritori hanno evacuato i residenti di molte aree, e hanno sinora fornito cibo a migliaia di sfollati. Secondo il Governo, più di 33 milioni di persone sono state colpite dalle alluvioni e quasi un milione di case sono andate distrutte o gravemente danneggiate. L’Autorità per la gestione dei disastri ha affermato che oltre 80mila ettari di terreni agricoli sono devastati. Non esistono più oltre 3.400 chilometri di strade e 157 ponti.

Pakistan, appello al mondo

Il ministro degli Esteri, Bilawal Bhutto-Zardari, ha lanciato un appello alla comunità internazionale. Il Pakistan necessita di assistenza finanziaria per far fronte alle alluvionisoverchianti” che hanno colpito il Paese. Bhutto-Zardari ha espresso l’auspicio che le istituzioni finanziarie, come il Fondo monetario internazionale, tengano in considerazione la situazione di emergenza nell’ambito dei negoziati già in corso per far fronte alla crisi economica-finanziaria del paese. Un terzo del Pakistan “è sott’acqua in questo momento” ha detto il ministro del Cambiamento climatico, Sherry Rehman. Secondo lui le inondazioni che hanno colpito il territorio costituiscono “una crisi di proporzioni inimmaginabili“. “È tutto un grande oceano, non c’è terra asciutta per pompare fuori l’acqua“, ha aggiunto.

I lavoratori di Saylani Welfare producono cibo da distribuire tra le persone colpite dalle inondazioni a Hyderabad, provincia del Sindh, Pakistan, 29 agosto 2022. Foto Ansa/Epa Nadeem Khawar

In questo momento in Pakistan ci sono dunque milioni di persone in attesa di cibo, acqua potabile e riparo. Le squadre di soccorso stanno lottando in modo particolare per raggiungere le comunità isolate. Province come Sindh e Balochistan sono le più colpite dalle inondazioni, ma anche le regioni montuose del Khyber Pakhtunkha risultano in grave difficoltà, riferisce la Bbc. Le truppe pachistane stanno intervenendo anche per aiutare le agenzie umanitarie internazionali a raggiungere le aree delle inondazioni. Come detto, infatti, i collegamenti stradali sono sostanzialmente interrotti in buona parte del paese. L’unico modo per raggiungere la maggior parte delle comunità è per via aerea: tramite elicotteri. Il Governo del Pakistan fa anche appello ai paesi amici, ai donatori e alle istituzioni finanziarie internazionali affinché intervengano con fondi e aiuti immediati.

Le persone colpite dalle inondazioni aspettano soccorsi a Hyderabad, provincia del Sindh, Pakistan, 29 agosto 2022. Foto Ansa/Epa Nadeem Khawar

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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