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Intesa Ue sul salario minimo, presto in Italia? I casi di Cile e Australia

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Il salario minimo in Italia non è più un’utopia. L’ipotesi comincia a concretizzarsi. L’Unione europea ha raggiunto l’accordo su una direttiva specifica.

A livello europeo il salario minimo è già presente in molti paesi, non in Italia, Austria, Svezia, Danimarca, Finlandia e Cipro. “Nei nostri orientamenti politici abbiamo promesso una legge per garantire salari minimi equi nell’Ue ” ha scritto il 7 giugno su Twitter la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. “Con l’accordo politico di oggi sulla nostra proposta su salari minimi adeguati, portiamo a termine il nostro compito. Le nuove regole tuteleranno la dignità del lavoro e faranno in modo che il lavoro paghi“.

Foto Ansa/Luca Zennaro

L’intesa sul salario minimo fra i rappresentanti degli Stati membri è arrivata nella notte fra ieri e oggi. “Una tappa importante per l’Europa sociale” l’ha definita la presidenza di turno della Ue, ossia la Francia. “Nel pieno rispetto delle diversità nazionali – si legge in un tweet – il provvedimento favorirà salari minimi adeguati nell’Ue e lo sviluppo della contrattazione collettiva“. Si attende ora l’approvazione dell’accordo in via definitiva, sia dal Parlamento europeo che dal Consiglio Ue.

Orlando e Patuanelli

Da Parigi, dove si trova per la conferenza interministeriale dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), è arrivato il commento del ministro del Lavoro, Andrea Orlando. “L’ok alla direttiva apre una prospettiva per contrastare il lavoro povero e per dare a tutti i lavoratori un salario dignitoso” ha affermato. “L’Italia – ha sottolineato Orlando – si è battuta per questo importante risultato che estende tutele e diritti ai lavoratori europei“. “Un passo importante per concretizzare l’Europa sociale e del lavoro“.

A destra il ministro del Lavoro, Orlando. Foto Ansa/Alessandro Di Meo

A questo Paese serve un salario minimo, che deve essere approvato in questa legislatura. Il MoVimento 5 Stelle lo chiede ormai da 9 anni” ha scritto su Facebook il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli. “Solo oggi – ha sottolineato – dopo la pubblicazione degli scandalosi dati Ocse (vedi foto in basso, ndr.), l’arco politico italiano sembra essersi svegliato sul tema“. E “la direttiva europea rappresenta una rivoluzione per tutti quei Paesi che ancora oggi, assurdamente, non lo hanno ancora introdotto“.

“Salario minimo non è un obbligo”

Comunque sia, a livello Ue “non imporremo un salario minimo all’Italia, non è questo il punto” ha dichiarato il Commissario Ue al Lavoro, Nicolas Schmit, in conferenza stampa. “Sono molto fiducioso che alla fine il Governo italiano e le parti sociali raggiungeranno un buon accordo per rafforzare la contrattazione collettiva. Specie per coloro che non sono ben tutelati, e alla fine arriveranno alla conclusione che potrebbe essere importante introdurre il sistema salariale minimo in Italia. Ma spetta al Governo italiano e alle parti sociali farlo“.

Il ministro dell’Agricoltura, Patuanelli. Foto Facebook / Stefano Patuanelli

Cile a Australia, aumenti in vista

L’Italia è tra i 6 Paesi dell’Ue a non avere già una regolamentazione in materia. Il dibattito è del tutto aperto tra le parti sociali e all’interno dello stesso Governo Draghi di unità nazionale. Nell’accordo in via di approvazione l’idea centrale è di rispettare le diverse tradizioni di welfare dei Ventisette. Arrivando però a garantire “un tenore di vita dignitoso“, a ridurre le disuguaglianze e a mettere un freno ai contratti di lavoro precari e pirata. Si mira poi a “rafforzare il ruolo delle parti sociali e della contrattazione collettiva“. Naturalmente l’intesa non riguarda la Gran Bretagna di Boris Johnson, uscita dall’Unione. E mentre in Europa si vara la nuova normativa, in Australia nei giorni scorsi il neo premier laburista, l’italo-australiano Anthony Albanese, ha reso noto di voler aumentare il salario minimo già esistente. La stessa cosa è avvenuta in Cile, per iniziativa del giovane presidente della Repubblica, Gabriel Boric, in carica da poche settimane.

Il salario minimo nella Ue

Nel nostro continente, invece, oltre che in Italia il salario minimo non esiste in Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Svezia. Dove invece esiste ‘viaggia’ tra i 332 euro mensili della Bulgaria e i 2.257 euro del Lussemburgo, secondo gli ultimi dati Eurostat. In Germania è pari a 1.621 euro al mese. Le definizioni di salario ‘adeguato’ e ‘minimo’ sono altri punti su cui si devono confrontare i negoziatori europei. Anche se il testo sarebbe ormai blindato da un accordo di massima raggiunto tra Francia e Germania e resterebbero da definire solo dettagli tecnici. La nuova direttiva europea potrebbe così essere approvata definitivamente entro il corrente mese di giugno facendo scattare da quel momento la ‘tagliola’ dei 2 anni per il recepimento negli ordinamenti nazionali.

I dati Ocse sui salari in Europa dal 1990 al 2020: solo in Italia sono diminuiti

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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