Nell’arco delle prossime ore dovrebbe arrivare l’ufficialità: il Milan passerà di mano. Il fondo d’investimento RedBird dell’italoamericano Gerry Cardinale rileverà il club rossonero, versando 1,3 miliardi nelle casse del fondo Elliot.

Il fondo Elliott rimarrà comunque nell’azionariato del Milan, con una quota minoritaria. Il numero uno di RedBird Capital Partners, Gerry Cardinale, 53 anni, ex Goldman Sachs, è giunto poco dopo pranzo a Milano, segno che il passaggio di mano è praticamente fatto. Per il closing, ossia il vero e proprio passaggio delle quote della società dal venditore all’acquirente, servirà più tempo. Potrebbero passare anche due mesi durante i quali comunque RedBird lavorerà attivamente al futuro del club che fu di Silvio Berlusconi.

Al di là delle manovre economico-finanziarie che riguardano la società, la dirigenza rossonera resta concentrata sul calciomercato. Tema di assoluta attualità, sebbene per il Milan la priorità sia ora quella della conferma in blocco della dirigenza che ha riportato i rossoneri a vincere lo scudetto dopo 11 anni. Paolo Maldini aveva recentemente espresso malumore per la mancata offerta di un rinnovo da parte del club. Ora, invece, l’amministratore delegato Gazidis è pronto a sottoporre un nuovo contratto all’ex capitano, così come a Massara. Per poi cominciare subito a lavorare sul rafforzamento della squadra. Non solo acquisti, ovviamente: uno dei primi temi da affrontare sarà il rinnovo di contratto per Leao.

Milan, Scaroni: “Chiudere subito

Tornando al passaggio di proprietà, si registrano le dichiarazioni di Paolo Scaroni, presidente del Milan. “Tutto sta andando come previsto. Credo che nei prossimi giorni si concretizzerà la trattativa con il nuovo fondo proprietario, anche se poi tra signing e closing passerà qualche mese. Io mi auguro che ci sia una situazione definita in modo da poter affrontare il mercato che abbiamo davanti a noi con una proprietà chiara, perché questo agevola la vita a tutti“. RedBird ha già esperienza nel mondo dello sport e ci si attende la prosecuzione della visione di Elliott.

Foto Twitter @acmilan

Ovvero investimenti sostenibili, profili dalla grande prospettiva e crescita graduale ma costante della competitività della rosa. Paolo Scaroni ha parlato da Firenze, la città della Fiorentina, un club in crescita. E il cui patron, Rocco Commisso, è un altro italoamericano come Cardinale. Sono stati 4 finora i presidenti americani di club di Serie A, compreso James Pallotta che ha lasciato la Roma ai Friedkin. Non che fra essi i rapporti siano dei migliori. La comune origine italiana di alcuni non è garanzia di relazioni professionali più distese. Questo, almeno, è il sentore se si prendono in esame le dichiarazioni di Rocco Commisso. Il suo personale benvenuto a Gerry Cardinale, non promette molto di buono alla nuova proprietà del Milan. “È una bravissima persona che ha lavorato anche nel mio settore, ho avuto a che fare con lui quando ho organizzato una piattaforma via cavo” ha detto il presidente della Fiorentina riferendosi a Cardinale.

 

Il patron viola, Rocco Commisso, 72 anni

Ma voglio dire una cosa molto chiara: quando si dice che sta comprando la società rossonera per 1,3 miliardi di euro… quelli non sono soldi suoi, fa il bello con i soldi degli altri“. Parlando a la Repubblica, il patron viola ha aggiunto: “A Firenze sono tutti quattrini miei, fino all’ultimo centesimo, del mio patrimonio personale. Anche per costruire il nuovo centro sportivo“. Beh, Cardinale vanta pur sempre un patrimonio da un miliardo di dollari. Risponderà a tono, c’è da scommetterci.