Fotografia

Robert Doisneau: il fotografo dei sali d’argento impressionati su pellicola per raccontare l’umanità

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“Se c’è qualcuno che adoro, quello è Doisneau” diceva del suo collega il pioniere del fotogiornalismo Henri Cartier-Bresson.

L’estro creativo di Robert Doisneau è oggi racchiuso in una mostra che ha necessitato di ben undici sezioni per raccontarlo tutto. Si parla di un intimo percorso che ci invita a guardare – con l’occhio del fotografo – un ricco allestimento all’Ara Pacis di Roma con il quale il curatore Gabriel Bauret ha snocciolato al pubblico una selezione dei lavori di uno dei padri fondatori della fotografia umanista francese e del fotogiornalismo di strada.

Robert DoisneauRobert Doisneau
Robert Doisneau

Con il suo obiettivo, Doisneau, catturava la vita quotidiana degli uomini e delle donne che popolavano Parigi. E la sua banlieue. Con tutte le emozioni dei gesti e delle situazioni in cui erano impegnati. Ad incantare il pubblico del Museo – dal 28 maggio al 4 settembre 2022 – saranno le oltre 130 stampe ai sali d’argento in bianco e nero, provenienti dalla collezione dell’Atelier Robert Doisneau a Montrouge.

Robert Doisneau, Bauret: “Sfida parecchio ambiziosa”

La mostra, promossa e prodotta da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e Silvana Editoriale, è il racconto dell’essere umano di Doisneau, che è al centro dell’immagine. Ma è anche un viaggio che è in equilibrio fra le foto celebri e quelle meno conosciute. Il curatore Bauret – presente alla conferenza stampa tenutasi ieri 27 maggio proprio presso la sala Ara Pacis di Roma – ha dichiarato quanto la mostra sia una sfida ambiziosa. “Abbiamo l’impressione di conoscere bene Doisneau. Da un lato abbiamo le fotografie iconiche, come quella del celebre Bacio. Dall’altro abbiamo le varianti di alcune immagini con le quali abbiamo pensato di accompagnare il pubblico della mostra in direzioni meno battute”.

Photo Credits: Teresa Comberiati

Gabriel Bauret spiega inoltre che Robert Doisneauha cercato di ritrovare nelle foto che scattava le cose che forse gli sono mancate nella vita. E’ molto probabile che il grande fotografo si sia ispirato molto alla sua di fanciullezza che non è stata serena a causa della scomparsa prematura della mamma quando Doisneau aveva solo sette anni.

Robert Doisneau, percorso articolato in 11 sezioni

Dai Concierges (1945-1953) all’Enfances (1934-1956), un omaggio all’infanzia. Seguendo la sequenza di scatto, l’osservatore sembra di essere investito dal vociare dei bambini che animano le strade della banlieu parigina. Le 11 sezioni raccontano lo sguardo di Robert Doisneau. Empatico e persino teneramente partecipe quando fotografava innamorati e bambini. Emblema del fotografo che deve agire come una carta assorbente per rappresentare la realtà. E, lasciarsi penetrare dal momento poetico. Un atto quasi “mistico” con Robert Doisneau pioniere assoluto.

Photo Credits: Teresa Comberiati
Teresa Comberiati

Spettacolo, Tv & Cronaca Rosa Calabrese, a vent’anni si trasferisce a Roma dove attualmente vive. Amante della fotografia quanto della scrittura, negli anni ha lavorato nel campo della comunicazione collaborando con diverse testate locali in qualità di fotografa e articolista durante la 71ª e 75ª Mostra Internazionale D’Arte Cinematografica. Ha già scritto il suo primo romanzo intitolato Il muscolo dell’anima. Colonna portante del blog di VelvetMAG dedicato alla cronaca rosa e alle celebrities www.velvetgossip.it, di cui redige ogni mese la Rassegna Gossip. Segui Teresa su LinkedIn Segui Teresa su Instagram Segui Teresa su Twitter Segui Teresa su Facebook

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