Uno degli ingressi alla città di Mariupol, nel Donbass ucraino. Foto Twitter @UKRINFORM
Guerra in Ucraina: il nuovo pacchetto di sanzioni alla Russia che l’Occidente ha stabilito “sembra efficace, ma non è abbastanza“. Ne è convinto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Nel suo consueto videomessaggio quotidiano ha insistito sul fatto che la misura non sarebbe proporzionata alle atrocità commesse a Bucha, Mariupol, Kharkiv e in altre città.
Fino a poche ore fa, ha fatto sapere intanto il sindaco di Bucha, Anatoly Fedoruk in un’intervista alla tv ucraina Dw, “erano 320 i civili trovati uccisi. Gli specialisti stanno ora lavorando sui corpi“. “Il numero dei cadaveri cresce ogni giorno – ha affermato Fedoruk – Si trovano in tenute private, parchi, piazze, dove era possibile, quando non c’erano bombardamenti, seppellire i corpi. La gente cercava di seppellire i morti in modo che i cani non li portassero via. Nel 90% circa dei casi sono ferite da proiettili, non schegge“.
Cadaveri di civili ucraini portati via dopo il ritiro dei russi. Foto Twitter @lesiavasylenko
“Ho tre richieste oggi per il Consiglio atlantico: armi, armi, armi“, ha detto invece il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, al Consiglio NATO. “Noi insistiamo nel chiedere l’embargo al petrolio e al gas russo, la piena disconnessione da swift, i porti chiusi. Spero che non si arrivi a una situazione in cui servono altri shock come Bucha per imporre nuove sanzioni. Non posso credere che il popolo ucraino debba soffrire così tanto per convincere i politici europei ad agire“. “Ammiriamo il vostro coraggio e la vostra leadership, tua personale e del tuo Paese” ha risposto a Kuleba il segretario della NATO, Jens Stoltenberg. “Sono sicuro che i leader decideranno di consegnare all’Ucraina sistemi anti-aerei, anti carro ma anche armi più pesanti.”
Il ministro degli Esteri ucraino, Kuleba (a destra), col Segretario di Stato Usa, Blinken
Sulla richiesta di più armi per combattere i russi è intervenuto anche il presidente dell’Ucraina, Zelensky. “Se non c’è un pacchetto davvero doloroso di sanzioni contro la Russia e se non c’è la fornitura delle armi di cui abbiamo un vero bisogno e che abbiamo chiesto molte volte, la Russia lo vedrà come un permesso“. “Un permesso ad andare oltre. Un permesso ad attaccare. Un permesso ad avviare una nuova sanguinosa ondata nel Donbass“. Mariupol, nella regione di Donetsk – sotto assedio russo da settimane – sarebbe ormai distrutta per il 90%. Secondo il suo sindaco, Vadim Boychenko, il 40% del territorio urbano “non è più ricostruibile”. E ci sarebbero finora oltre 5mila vittime, fra cui 210 bambini.
Proseguono intanto i pesanti combattimenti nell’est del Paese. E Kiev invita i residenti delle regioni di Lugansk, Donetsk e Kharkiv ad evacuare, mentre denuncia la scomparsa di oltre 400 persone da Gostomel. In questa località, subito a nord di Kiev, c’è da oggi 7 aprile un coprifuoco di una settimana. Una “misura necessaria” per sminare la città e consentire ai civili di rientrarvi in sicurezza, afferma in un tweet la parlamentare ucraina Lesia Vasylenko. La città è stata sotto l’occupazione delle forze russe da 35 giorni.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, 44 anni
Dagli Stati Uniti il Pentagono mette in guardia. La forze russe, dopo aver lasciato il nord dell’Ucraina, stanno spostando l’offensiva a est. Una mossa che potrebbe “allungare la guerra più di quanto chiunque di noi voglia“, stando ad un funzionario del ministero della Difesa americano, secondo quanto riporta l’Ansa. Affermazioni che esprimono come da parte americana ci sia l’intenzione di far proseguire l’Ucraina nella sua guerra di difesa dall’invasore russo, anche se non a tutti i costi. Del resto la strategia di Joe Biden, riporta il Corriere della Sera, sembra al momento quella non di affondare il colpo contro la Russia, cedendo a tutte le richieste di invio di armi da parte di Kiev. Ma di logorare Putin in una guerra che si allunga, per poi costringerlo al negoziato.
Adesso Washington si aspetta che il conflitto si intensifichi proprio nella zona del Donbass. E anche negli Stati Uniti, non solo in Europa, affluiscono ogni giorno rifugiati ucraini in fuga dalla guerra. Sarebbero 1.700 i cittadini arrivati a Tijuana, in Messico, che ora sperando di riuscire a entrare negli Usa. Lo riporta Nbc news spiegando che nella città di confine, vicino San Diego, c’è un centro accoglienza in una palestra. Il presidente Joe Biden ha annunciato di voler garantire l’ingresso nel paese a 100mila profughi ucraini.
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