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La guerra in Ucraina e i media. Benjamin ferito grave, Marina che interrompe la Tv russa: “Basta bugie”

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Fra i bersagli della guerra in Ucraina anche i giornalisti. Dopo la morte di Brent Renaud, il fotoreporter statunitense ucciso a Irpin mentre documentava la fuga dei profughi dai bombardamenti, e il ferimento di un suo collega, un altro cronista è rimasto gravemente ferito.

Si tratta del britannico Benjamin Hall, di 39 anni, inviato della televisione statunitense Fox News. A riportare la notizia, ieri 14 marzo, l’agenzia di stampa ucraina Unian. Secondo Unian, Hall ha riportato fratture da schegge a entrambe le gambe. La procuratrice generale, Irina Venediktova, ha dichiarato via Facebook che il giornalista Benjamin Hall è attualmente in terapia intensiva sotto osservazione medica. L’emittente americana in un post sui social precisa che al momento “si hanno pochi dettagli” sull’accaduto. Secondo le prime informazioni Benjamin Hall stava “raccogliendo informazioni vicino Kiev“. In due soli giorni, fra il 13 e il 14 marzo, salgono quindi a due i cronisti feriti in Ucraina. Un videomaker e fotoreporter, l’americano Brent Renaud, è morto colpito al collo, si presume dai russi, a un checkpoint di Irpin.

Benjamin Hall, 39 anni, di Fox News. Foto Twitter @BenjaminHallFNC

Il gesto di Marina Ovsyannikova

Sempre il 14 marzo, ma questa volta a Mosca, è accaduto un fatto che non ha forse precedenti nella storia della televisione russa. Una donna, dipendente della Tv di Stato, Marina Ovsyannikova, è comparsa all’improvviso davanti alle telecamere sul Primo Canale, dietro la conduttrice del notiziario serale, la quale in un primo momento non si è accorta di nulla, con in mano un cartello contro la guerra in Ucraina. L’immagine ha fatto il giro del mondo in pochi istanti, via social media. “No alla guerra. Fermate la guerra. Non credete alla propaganda, vi dicono bugie qui“, recitava il cartello della signora Ovsiannikova. Nell’ultima riga riportava la seguente frase: “Russi contro la guerra“.

L’appello: “Scendete tutti in piazza

Inutile aggiungere che la donna è finita agli arresti. Ma è poi virtualmente ricomparsa sui social con un video pre-registrato (sopra, come riportato da The Guardian) nel quale attacca ancora più duramente il regime di Vladimir Putin. E spiega che in Russia i cittadini sono stati tutti “zombificati“. “Ciò che sta succedendo in Ucraina è un crimine. E la Russia è l’aggressore. La responsabilità di questa aggressione è di una persona sola e questa persona è Vladimir Putin“, si legge in un tweet. “Mio padre è ucraino e mia madre è russa e non sono mai stati nemici“, spiega ancora Marina Ovsyannikova nel video registrato prima dell’arresto. “Purtroppo ho lavorato al Canale Uno negli ultimi anni e ho lavorato alla propaganda del Cremlino. E ora mi vergogno molto“. “Scendete in strada, non abbiate paura. Non possono incarcerarci tutti“, è l’appello conclusivo. Sul suo account Facebook Marina Ovsyannikova ha ricevuto moltissimi commenti di solidarietà e sostegno da parte di cittadini russi e ucraini, oltreché di altre parti d’Europa. “Sei un’eroina russa“, hanno scritto alcuni utenti; “la Russia può essere orgogliosa di te“.

Il fotoreporter e videomaker Brent Renaud, 51 anni compiuti lo scorso 10 febbraio, ucciso a Irpin, Ucraina, il 13 marzo

LEGGI ANCHE: Giornata Mondiale del Lavoro Sociale: gli aiuti dall’Italia per l’Ucraina

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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