Confidence brings confidence. È questo il tema esplorato dal nuovo numero di Vogue Italia, che ha scelto per la sua copertina un’atleta paralimpica. Il suo nome è Veronica Yoko Plebani e lo sport le ha permesso di ritrovare la sua forza di volontà dopo aver affrontato un lungo e difficile periodo causato dalla malattia. Ad intervistarla per Vogue Elena Favilli, nota ai più per aver curato Storie della buonanotte per bambini ribelli. L’artista dietro le incantevoli fotografie con protagonista Veronica Yoko Plebani è Cho Gi-Seok.

Veronica Yoko Plebani e l’intervista senza filtri a Vogue Italia

Testimone di un messaggio di cambiamento, l’atleta paralimpica ha concesso una lunga intervista a Vogue Italia e ha deciso di farlo senza alcun filtro. “Quando ero in ospedale pensavo che non sarei mai riuscita a dimenticare quel dolore. E invece l’ho dimenticato. Per questo oggi non ho più paura di niente. Qualsiasi sfida mi sembra possibile. Che potrà mai succedere?”. A 15 anni, Veronica Yoko Plebani è finita in ospedale a causa di una meningite fulminante. Il terrore di perdere i suoi sogni per sempre è diventato quasi tangibile.

Crediti: Vogue Italia/Veronica Yoko Plebani

L’amore per lo sport l’ha poi spinta a rimettersi in gioco, ma non senza difficoltà. “Quando sono uscita dall’ospedale, per darmi un tono di normalità, mio padre ha pensato di mettermi su un aereo e portarmi con lui alla maratona di New York. Il giorno prima della gara le Nazioni Uniti organizzano sempre una corsa di soli 5 km che finisce sulla stessa finish line della maratona ufficiale e in quella corsa mio padre con la sua squadra mi ha spinto sulla carrozzina fino al traguardo, che ho tagliato camminando. Erano solo pochi passi, ma è lì che ho provato quella sensazione di conquista che mi ha fatto pensare: devo fare qualcosa che mi dia questo tipo di gioia“.


Seguitissima sui social, dove conta solo su Instagram circa 76mila utenti, Veronica riflette sull’importanza dei messaggi veicolati oggi giorno e sulla curiosità che spinge anche i giovanissimi a seguirla. “Penso siano curiosi rispetto alla mia storia, alla mia attitudine nei confronti del mio corpo. Si pensa sempre che ci voglia un gran coraggio nel mostrarsi quando si ha un corpo non conforme, invece per me è normale. Io ho sempre pensato al mio corpo come a uno strumento che mi permetteva di fare cose e non come a un limite. Anzi, le cose più straordinarie le ho fatte dopo che il mio corpo ha subito questa trasformazione, quindi non l’ho mai odiato“.

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