Un tribunale del Myanmar (Birmania) ha condannato Aung San Suu Kyi, 76 anni, politica e attivista per i diritti umani, a 4 anni di carcere. Ma, per un cumulo di accuse, la leader birmana rischia di passare dietro le sbarre il resto della sua vita. La nuova condanna arriva a tre decenni da quando, nel 1991, Suu Kyi ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace. Adesso il regime birmano l’accusa di incitamento al dissenso contro i militari e violazione delle misure anti Covid.
Secondo quanto annunciato da Zaw Min Tun, portavoce della giunta militare, Aung Suu Kyi “è stata condannata a due anni di reclusione ai sensi della sezione 505(b). E a due anni di reclusione ai sensi della legge sui disastri naturali“. Anche l’ex presidente del Myanmar, Win Myint, ha ricevuto una condanna a 4 anni con le stesse accuse. Tuttavia entrambi gli ex leader non sarebbero ancora in prigione. Prima, ha spiegato il portavoce della giunta militare, dovranno affrontare altre accuse dai luoghi in cui si trovano attualmente reclusi, nella capitale birmana Naypyidaw.
Aung San Suu Kyi, 76 anni, è detenuta da quando i generali hanno deposto il suo governo con un colpo di Stato, lo scorso 1 febbraio. Era terminata così, dopo settimane di forti tensioni politiche, la breve parentesi democratica del Myanmar. La leader aveva vinto le elezioni del novembre 2020 – un anno fa – portando al trionfo la sua Lega nazionale per la Democrazia. Di fatto, già dal 2016, governava il paese, sebbene nel formale ruolo di Consigliere di Stato: una sorta di primo ministro. Lo scorso febbraio il golpe militare con l’accusa di aver vinto le elezioni in maniera fraudolenta. L’attacco dei generali era arrivata dopo giorni di crescenti scontri dialettici tra il governo civile e le potenti forze armate che da sempre dominano il paese asiatico.
I militari, tramite i tribunali che controllano, hanno successivamente aggiunto una serie di capi d’accusa a carico della Premio Nobel. Fra questi la violazione della legge sui segreti ufficiali, la corruzione e la frode elettorale. Adesso l’ex leader rischia decenni di carcere se sarà condannata per tutto quanto le è imputato. I giornalisti non hanno potuto assistere ai procedimenti del tribunale speciale nella capitale, e agli avvocati di Suu Kyi è stato vietato di parlare con i media. Dal giorno del colpo di stato militare, oltre 1.300 persone sono state uccise e più di 10.000 arrestate nel corso di una drastica repressione del dissenso. A fornire le cifre è stata una organizzazione non governativa locale.
Foto Twitter @OfficialSuuKyi
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