Non c’è pace per il calcio in tv e per i tifosi e non c’è pace per Dazn. La notizia anticipata per primo da il Sole 24 ore, che la piattaforma streaming non ha ancora commentato, sarebbe sul punto di mettere fine alla concurrency. Cioè la possibilità per due utenze collegate allo stesso abbonamento di accedere ai contenuti contemporaneamente da due device che si trovano a distanza l’uno dall’altro.
Su web e social ancora una volta è scoppiata la polemica (seguita anche alla dura presa di posizione dell’Antitrust) e l’#dazn è schizzato immediatamente in tendenza. Con l’intervento immediato delle associazione dei consumatori.

DAZN: stop alla concurrency per combattere la pirateria

Fonti vicine alla società hanno fatto trapelare che la decisione è dettata dalla necessità di combattere la pirateria. Da inizio campionato, con la nuova modalità di fruizione del campionato di serie A, che Dazn possiede in esclusiva (in collaborazione con Tim), è stato notato un incremento del 20 per cento di utilizzo non conforme, cioè delle doppie utenze a distanza. A ciò si aggiunge il fenomeno di piattaforme web che facilitano per la condivisione degli abbonamenti. Naturalmente facendo pagare questo “servizio”. Secondo l’analisi del quotidiano economico questa situazione porterebbe ad un deprezzamento del prodotto calcio e allo stesso tempo un danno al servizio regolare di trasmissione. Contro la pirateria è schierata la Lega di Serie A e il Sottosegretario allo Sport Valentina Vezzali che ha promosso un tavolo con Serie A, Polizia e operatori.

Cosa accadrà ad abbonati e famiglie

Dazn ha fatto trapelare la volontà di proteggere la fruizione delle famiglie. A tutelarle la fruizione dallo stesso indirizzo IP, ovvero all’interno di un’abitazione privata o di un ufficio. Probabile che entro fine 2021, partano le comunicazioni per gli abbonati che avranno 30 giorni per esercitare l’eventuale diritto di recesso.
E’ probabile che lo stop alla concurrency sia effettivo per la metà di dicembre, come avviene già nella Liga spagnola.

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