Alzi la mano chi non ha l’abitudine di portare con sé il proprio smartphone quando va in bagno! Che ormai sia il nostro fedele compagno di avventure è ben noto e pare che non riusciamo a farne a meno neppure alla toilette. A confermarlo è l’ultima indagine condotta dal brand di telefonia franco-cinese Wiko all’interno della propria Instagram community. Il 75% degli intervistati dichiara infatti di portare sempre con sé il proprio smartphone quando va in bagno, e sicuramente quando prevede di passarci meno di un quarto d’ora (66%). Solo per il 31% il binomio smartphone-bagno non è un mix vincente. Se prima l’intrattenimento in bagno era affidato alla radio, alle parole crociate, ai fumetti o alle riviste patinate delle mamme che spaziavano dalla cucina alle notizie di gossip e cultura, oggi ci si affida a un unico strumento in grado di offrire tutto ciò e molto di più: il nostro smartphone.
Separarsi dal proprio telefono cellulare è cosa ormai difficile. Una sorta di coperta di Linus che ci accompagna in tutti i momenti della nostra giornata. Non a caso è sempre più in voga il phubbing. Questo termine deriva dall’inglese ‘Phone’ e ‘Snubbing’ e descrive l’atto di trascurare con intenzione i propri interlocutori reagendo istantaneamente a qualsiasi notifica proveniente dal telefono o semplicemente navigando su Internet nel bel mezzo di una conversazione. Questo fenomeno purtroppo è fin troppo diffuso e poco apprezzato. Un comportamento davvero molto irritante anche se praticato da molti. La gente controlla il proprio telefonino più di 50 volte al giorno, e quindi non ci resta difficile pensare che lo smartphone sia controllato anche in bagno. D’altronde, il device mobile è ormai l’oggetto che mantiene tutti costantemente in contatto e aggiornati, è usato per lavorare, studiare, controllare le notizie, anticipare i cambiamenti del meteo e per socializzare.
La maggior parte di noi utilizza il proprio strumento di comunicazione mobile per monitorare i social e le breaking news (69%). C’è anche chi preferisce ascoltare musica (31%). Tra le daily practice più ricorrenti, per il 70% degli utenti coinvolti, c’è fare la spesa online. Perché sì, il nostro device è diventato anche un prezioso alleato nell’ottimizzazione delle giornate. D’altra parte c’è chi invece approfitta della privacy delle quattro mura per dare una scrollata al feed delle chat d’incontri (30%). Insomma, dal bagno con lo smartphone si può fare quasi tutto, complici i display sempre più grandi. Ma c’è un’eccezione che mette d’accordo oltre la metà del campione: il lavoro. L’80% degli intervistati infatti non ha l’abitudine di utilizzare lo smartphone per lavorare. Tuttavia, il 59% dei rispondenti confessa di aver consolidato la propria professional activity da toilette: la risposta alle e-mail importanti. Si sa, ci vuole concentrazione! Il 41%, invece, dichiara di avere proprio qui le idee più geniali: tutti pronti per il prossimo brainstorming. Insomma, andare in bagno con lo smartphone è un’abitudine consolidata per molti. Eppure il 61% degli utenti afferma che potrebbe tranquillamente rinunciarci e dedicare quel quarto d’ora unicamente a sé. E se provassimo un attimo a disconnetterci?
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