Foto Twitter @VulcanaIEO
La lava è entrata nel mare delle Canarie formando una lingua di 170mila metri quadrati di materia incandescente. Così, dopo 11 giorni di intensa attività esplosiva senza sosta, il nuovo vulcano del complesso del Cumbre Vieja, nel sud dell’isola di La Palma, continua a terrorizzare la popolazione dell’arcipelago spagnolo nell’Oceano Atlantico.
Il contatto tra la lava e l’Oceano è pericoloso e ha conseguenze imprevedibili, avvertono gli scienziati. Non si può più escludere lo scenario peggiore: formazioni di nubi tossiche, piogge acide e gas nocivi sulle Canarie e oltre. L’incidente è avvenuto a Tazacorte, nell’area della spiaggia di Los Guirres. La lava è precipitata in mare da una rupe alta 100 metri. Il contatto con l’acqua ha creato una colonna di fumo scuro, trasportata verso la terraferma dal vento. “Un imponente deposito di oltre 50 metri di altezza” ha reso noto l’Istituto spagnolo di oceanografia.
Al momento la nube di gas rimane circoscritta, ha precisato María Jesús Blanco, direttrice dell’Istituto Geografico Nazionale. L’uso di mascherine Ffp2 in tutta la zona dell’eruzione vulcanica è consigliato per la costante caduta della cenere. L’appello agli abitanti delle Canarie è di rimanere in casa, chiudere porte e finestre, e stare distanti all’area di esclusione tracciata in due chilometri dall’impatto della lava con l’acqua.
Dopo quasi due settimane dalle prime eruzioni del vulcano, dunque, il bilancio è sempre più pesante. Salgono a 27,4 i chilometri le strade distrutte, secondo l’ultima misurazione di Copernicus, il Programma di osservazione della Terra dell’Unione europea. I vulcanologi spagnoli prevedono che si possano verificare a breve crolli nel cono principale del vulcano. Intanto il Consiglio direttivo delle Isole Canarie ha approvato un decreto legge sulle misure fiscali, organizzative e amministrative da adottare. “Siamo in una situazione fuori dal comune con un impatto significativo sulla vita delle persone“, ha spiegato il vicepresidente del governo delle Isole Canarie, Román Rodríguez.
Agli abitanti è stato concesso di poter tornare temporaneamente alle proprie abitazioni per ritirare gli effetti personali. Ma sempre entro una distanza di 2,5 chilometri dal vulcano. Anche gli agricoltori di Puerto Naos, El Remo e Las Hoyas possono visitare le loro fattorie per provvedere all’irrigazione, spiega il quotidiano nazionale madrileno El Pais. Sono intanto già 981 le case e le altre infrastrutture delle Canarie danneggiate dalla lava del vulcano. Di queste sono 855, la stragrande maggioranza, le abitazioni completamente distrutte. A rendere note le cifre è stato il Dipartimento di Sicurezza Nazionale spagnolo. Gli ettari totali coperti dalle colate laviche sono circa 476.
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