Padre Christian Carlassare, a soli 43 anni vescovo cattolico nominato da Papa Francesco alla testa della diocesi di Rumbek in Sud Sudan, ha subito un grave attentato. Due uomini armati, secondo le prime informazioni che giungono dal martoriato Paese africano, gli avrebbero teso un agguato ferendolo alle gambe. Il prelato non è in pericolo di vita, è stato soccorso e trasportato in ospedale.
Il religioso è originario di Schio, nel Vicentino. È non soltanto il più giovane vescovo italiano ma anche, secondo quanto ha scritto Pierluigi Vercesi su “7” del Corriere della Sera lo scorso 16 aprile, il più giovane vescovo cattolico del mondo.
Anche per questo la sua nomina, lo scorso 8 marzo da parte del Papa, ha suscitato entusiasmi, soprattutto nella comunità in cui vive, ovvero fra la povera gente del Sud Sudan. L’agguato di oggi 26 aprile colpisce padre Christian quando ancora non è stato formalmente ordinato vescovo. La cerimonia di investitura è prevista per il mese di maggio.
L’aggressione è avvenuta alle due del mattino, ancora nella piena oscurità. Le persone armate hanno sparato alle gambe del vescovo. Carlassare ha perso molto sangue. I soccorritori ne hanno disposto il trasferimento nella capitale Juba e poi a Nairobi, in Kenya. Sarà lì che i medici gli faranno una trasfusione di sangue. Il religioso è comunque riuscito a telefonare alla famiglia per rassicurarla sulle sue condizioni.
La notizia dell’attentato arriva il giorno dopo dell’assassinio, in Perù, di una missionaria laica italiana, Nadia De Munari. La donna, 50enne, è stata aggredita nella notte a colpi di ascia, mentre dormiva. I tentativi di salvarla in ospedale sono stati inutili: le sue condizioni erano troppo gravi. L’aggressione è avvenuta nella casa famiglia “Mamma mia”. La polizia ha interrogato le cinque persone presenti nella struttura, tra cui un cittadino italiano. Anche un’altra donna, Lisbet Ramírez Cruz, è stata aggredita dai criminali e gli investigatori ritengono particolarmente utile la sua testimonianza.
Due cellulari sono stati rubati dalla casa famiglia. I medici dell’Ospedale Regionale di Chimbote che ha prestato i primi soccorsi alla missionaria – poi trasferita a Lima, dove è morta – hanno parlato di grave trauma cranico, frattura al braccio destro e ferite al viso. Nella casa famiglia “Mamma Mia” viene fornito cibo gratuito a minori e madri bisognosi della zona. De Munari, originaria di Giavenale di Schio in provincia di Vicenza, era missionaria per l’operazione Mato Grosso. Gli aggressori l’avrebbero colpita più volte tentando di strangolarla con una corda. Le autorità hanno ipotizzato un tentativo di rapina ma quello che è successo resta ancora da capire.
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