Sono oltre 1,6 milioni all’anno i parti gemellari nel mondo. Per capirci: un neonato ogni 42 è un gemello. Si tratta di un vero e proprio boom. Un picco nelle nascite dei gemelli che si rivela essere il più alto degli ultimi quarant’anni. Secondo alcuni si potrebbe fare un riferimento più globale. Ovvero affermare che si tratti di un record per l’intera storia dell’umanità. La motivazione per affermare questo non è peregrina: oggi sempre di più coppie ricorrono alle tecniche di fecondazione medicalmente assistita e non poche donne partoriscono in età sempre più avanzata. Qualcosa che in un passato anche recente non poteva accadere.

I criteri dello studio sui gemelli

Lo certificano i numeri raccolti su oltre un centinaio di Paesi dagli esperti che lavorano presso l’Università di Oxford, l’Istituto francese di studi demografici (Ined) e l’università olandese di Radboud. I risultati sono pubblicati sulla rivista Human Reproduction. I ricercatori hanno preso in esame le nascite registrate nel periodo 2010-2015 in 165 Paesi e le hanno poi messe a confronto con quelle registrate in 112 di questi Paesi nel periodo 1980-1985.

Il “motore” che spiega il fenomeno

È emerso che il tasso di parti gemellari è cresciuto di un terzo, passando da 9 a 12 ogni mille parti. Il fattore principale che spinge questa crescita è la diffusione delle tecniche di riproduzione medicalmente assistita, come abbiamo detto. Ma non si pensi solo alla fertilizzazione in vitro. Bensì anche alla stimolazione ovarica e alla inseminazione artificiale. Sviluppate nei Paesi più avanzati negli anni ’70, si sono poi allargate anche all’Asia e all’America latina tra gli anni ’80 e ’90. Queste tecniche hanno quindi raggiunto le regioni più ricche dell’Africa e dell’Asia meridionale dopo il 2000.

Il ruolo dell’Africa nel futuro

“I numeri relativi e assoluti dei gemelli nel mondo sono i più alti dalla metà del ventesimo secolo. Ed è probabile che rappresentino il picco di tutti i tempi”, commenta il sociologo Christiaan Monden dell’Università di Oxford. “La maggior parte dei dati indica che ci troviamo al picco nei Paesi più ricchi, soprattutto in Europa e Nord America”, spiega il demografo Gilles Pison dell’Ined. Mentre “l’Africa sarà uno dei principali motori nelle prossime decadi”.

Il destino dei bambini nei Paesi poveri

Conoscere meglio questi numeri, soprattutto nei Paesi più poveri e in quelli in via di sviluppo, è molto importante, perché “i parti gemellari – aggiunge Monden – sono associati a un maggior tasso di mortalità tra neonati e bambini e a maggiori complicanze per madri e figli durante la gravidanza, il parto e nel periodo successivo”. “Bisogna prestare maggiore attenzione a quello che sarà il destino dei gemelli nei Paesi a basso e medio reddito”, conclude Jeroen Smits dell’Università di Radboud. “Nell’Africa sub-sahariana in particolare, molti gemelli perderanno il proprio fratello nel primo anno di vita, tra 200.000 e 300.000 ogni anno”.