Ami Pokè, quando l’Italia incontra la cucina hawaiana [ESCLUSIVA]

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Roma ha accolto un esperimento messo in piedi da due ragazzi, Riccardo e Alessandro, e da un team under 30: l’obiettivo era quello di portare la tradizione culinaria hawaiana in Italia e, con Ami Pokè, ci sono riusciti.

Si tratta di una realtà nata da poco e che a Roma può già contare su tre locali (il primo aperto a Rione Monti) e due di prossima apertura. Alessandro De Crescenzo, uno dei fondatori del brand Ami Pokè, ci ha raccontato del viaggio fatto quattro anni fa alle Hawaii e della voglia di portare una ventata d’aria fresca nella capitale. Alessandro e Riccardo, entrambi classe ’92, sono amici d’infanzia e ad unirli è stata la curiosità e la voglia di portare il poke sulle nostre tavole. “Abbiamo portato per primi la cultura hawaiana a Roma. Io e il mio socio, Riccardo Bellini, ci siamo concessi un viaggio alle Hawaii dopo la laurea. Siamo sempre stati curiosi e amanti del food. Dopo questo viaggio ci siamo resi conto del potenziale del poke – lì è un piatto tradizionale – e abbiamo visto in questo piatto tutte le caratteristiche che potevano funzionare qui in Italia”.

I locali di Ami Pokè a Roma: la prossima apertura confidata in esclusiva a VelvetMag

Alessandro e Riccardo hanno giocato d’azzardo. “Per noi è stata una grande scommessa portare qui il pesce crudo rivisitato in chiave hawaiana”, ci ha raccontato Alessandro. Un’idea che però ha colpito (e convinto) i romani: ad oggi, sono tre i locali già aperti nella capitale. “Siamo partiti da Rione Monti perché attrae tutte le tendenze culinarie oggi a Roma, tutte le realtà particolari nascono lì. Poi ci siamo espansi a Ponte Milvio con una location più capiente, poi a Corso Trieste ancora più grande”, ha puntualizzato Alessandro.

Due locali invece apriranno a breve. Dove? Alessandro l’ha detto a noi di VelvetMag in esclusiva. “Entro giugno saremo presenti anche in due location nuove, molto grandi, sempre a Roma, precisamente a Prati: avremo quattro vetrine vicino a Piazza Cola di Rienzo”.

Chi non vive a Roma ed è stato incuriosito dal fenomeno Ami Pokè non deve disperarsi, perché lo staff sta valutando anche future aperture in altre città d’Italia. “L’obiettivo di crescere c’è. Firenze, Milano, Torino, Bologna sono le città che stiamo tenendo sotto considerazione”, ha puntualizzato Alessandro.

Il punto forte di Ami Pokè

Il punto forte del locale? Il poke, ovviamente! “Contiene tutti i valori nutrizionali possibili, puoi comporlo a tuo piacimento partendo dalla base, la frutta e la verdura”, ha puntualizzato Alessandor. “Ami Poké è l’unico a dare una vasta scelta sul mercato, ci sono tantissimi ingredienti da utilizzare. Il nostro masterpiece è il classic pokè, un piatto con avocado e edamame a base di salsa di soya e semi di sesamo, un piatto che puoi mangiare sia a pranzo che a cena. Anche Ahi Poke è molto venduto ed è con il tonno rosso, di provenienza oceano pacifico, hawaiano puro, con mango e wakame”.

Crediti: Instagram/Ami Pokè

Ami Pokè offre sia la consumazione al tavolo che d’asporto. In particolare, il food delivery è un servizio che ha sempre accompagnato il poke (soprattutto negli Stati Uniti). “È un piatto perfetto per il food delivery: a differenza di pizza e hambuger che sono piatti caldi, il poke è un prodotto freddo. Il packaging poi è eco-friendly a bassissimo impatto ambientale. È tutto riciclabile, dalla busta alla bacchetta e al 100% made in Italy”.

Ami Pokè: “Tre generazioni diverse unite dallo stesso piatto”

Anche durante la pandemia, Ami Pokè ha avuto il suo da fare. “Abbiamo aumentato le vendite”, ha dichiarato Alessandro. “Forse perché le persone volevano un po’ svagarsi ed evitare il classico delivery. Anche su Deliveroo, siamo stati tra i top 10 ristoranti a Roma ad essere selezionati durante il lockdown”.  Cos’è che differenzia questo brand dagli altri? A detta del suo ideatore, “è la qualità. Utilizziamo solamente prodotti certificati Friend of the sea”.

Infine, Ami Pokè non ha un target specifico a cui riferirsi. “Siamo contentissimi del feedback che riceviamo. Il poke lo mangiamo tutti, dal bambino di 10 anni alle persone di 40-50-60-70 anni, è emozionante vedere al locale tre generazioni diverse che mangiano lo stesso piatto. Vuol dire che è un piatto che riesce ad accomunare generazioni diverse”.

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Cristina Migliaccio

Moda, Lifestyle & Glamour Nata ad Ischia, ha studiato a Salerno dove ora vive Editoria e pubblicistica. Ha vissuto quattro anni a Roma diventando giornalista pubblicista. Appassionata di libri e di tutte le dinamiche dell'intrattenimento televisivo, soprattutto riguardo le serie TV. Si occupa di Moda, analizzando nel dettaglio i red carpet e le tendenze. Sul blog www.velvetgossip.it di VelvetMAG è curatrice di curiosità ignote ai più. Segui Cristina su LinkedIn

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