Covid, i colori delle regioni dall’8 febbraio: Sardegna verso il giallo, ma altre rischiano il rosso

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La diffusione della pandemia di Covid è in “lieve generale peggioramento“, con un “aumento nel numero di regioni classificate a rischio alto“. Così la cabina di regia (ministero della Salute e Istituto superiore di sanità) sul Coronavirus nel nostro Paese al termine di questa settimana.

La Sardegna spera

Il consueto monitoraggio degli esperti porta a ritenere che vi sia almeno una regione che potrebbe cambiare colore in peggio da lunedì 8 febbraio. In un weekend che dovrebbe invece vedere, in base all’ordinanza che emetterà il ministro della Salute, Roberto Speranza, la Sardegna migliorare. Grazie al passaggio dalla zona arancione a quella gialla.

Puglia, Sicilia, Bolzano e Umbria

L’indice Rt in Italia resta invariato a 0.84, e questo è un buon segno. Ma non basta. Perché stando alla cabina di regia il nostro Paese vive un contesto preoccupante. Soprattutto per ciò che riguarda “il riscontro di varianti virali” al Coronavirus. Dal report, riferito al periodo che va dal 25 al 31 gennaio, emergerebbe come prima modifica, rispetto alla mappa dei colori delle regioni della scorsa settimana, la promozione della Sardegna dall’arancione al giallo. Mentre Puglia, Sicilia e Provincia di Bolzano rimarrebbero arancioni. Quanto all’Umbria, già in arancione, dai dati non è escluso possa passare in zona rossa. A preoccupare in Umbria anche i casi legati alla variante brasiliana del virus. Ne sarebbero stati individuati già diverse decine, soprattutto nella provincia di Perugia dove c’è un’incidenza di 273,38 casi ogni 100mila abitanti.

Abruzzo, Campania e Molise

L’Abruzzo, ora giallo, sarebbe in bilico. A rischio zona arancione anche la Campania, dove le scuole superiori sono a rischio di nuova chiusura, e il Molise. Dovrebbe restare zona gialla la Toscana. Verso la conferma anche l’EmiliaRomagna. E sperano di restare gialle anche le Marche. Arrivano poi misure locali, come in Abruzzo, dove il governatore Marco Marsilio, a seguito della riunione del Comitato Tecnico Scientifico regionale, firmerà un’ordinanza. Dovrebbe arrivare la zona rossa locale per i comuni di Atessa, San Giovanni Teatino e Tocco da Casauria.

Il caso Alto Adige: 20 giorni di lockdown

Dal canto suo l’Alto Adige da lunedì 8, e fino al 28 febbraio, entrerà in un nuovo lockdown. Sarà il terzo in 11 mesi, ovvero da quando la pandemia di Covid-19 ha rivoluzionato la vita sociale anche tra le vallate altoatesine. Sono proprio i Comuni più piccoli, in particolare nelle zone di montagna, dove questa seconda ondata di Coronavirus sta colpendo duro, anche causa una minore attenzione delle regole di distanziamento personale.

Timori per il weekend in zona gialla

E da domani, sabato 6, si entra nel primo weekend di maxi zona gialla per la gran parte dell’Italia. Qualcosa che non accadeva da prima del lockdown per le festività natalizie. Fra le autorità, così come tra gli scienziati, c’è forte timore per il rischio assembramenti. “In questa fase delicata dell’epidemia – si legge nel report dell’Iss – questi iniziali segnali di contro-tendenza potrebbero preludere a un nuovo rapido aumento diffuso nel numero di casi nelle prossime settimane.” Ciò “qualora non si mettessero rigorosamente in atto adeguate misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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