Mario Draghi, l’ex governatore della Banca centrale europea, sale oggi 3 febbraio al Quirinale, convocato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La crisi di governo è a una svolta decisiva. Tramonta l’ipotesi iniziale di un possibile Conte Ter. Ora serve “un governo di alto profilo” è il chiaro appello del capo dello Stato a tutti i partiti. I giochi politici si scompaginano, e i partiti cominciano a riposizionarsi, con non pochi “distinguo”, in vista di un esecutivo tecnico che ora è alle porte.
E alla fine è Mario Draghi la carta di grande prestigio istituzionale giocata dal Quirinale. Sergio Mattarella ha preso atto nella serata del 2 febbraio del nulla di fatto portato a casa dall’esploratore Roberto Fico. Lo ha ringraziato e ha proceduto. Ora Draghi, per un “governo di alto profilo”. È l’ultima possibilità prima delle elezioni. Che però il presidente della Repubblica ha apertamente sconsigliato all’Italia. C’è la crisi sanitaria, economica e sociale frutto della pandemia del Covid. Andare a elezioni, ha spiegato il capo dello Stato, significa perdere mesi per la formazione di un nuovo Parlamento e un nuovo esecutivo mentre il Paese soffre. Non solo. Mattarella ha precisato come nei Paesi dove pure si è votato di recente, come ad esempio gli Stati Uniti, i contagi di Coronavirus sono cresciuti purtroppo anche nel momento elettorale.
Ma la politica è scossa dalla scelta secca, sebbene fosse nell’aria, di Mattarella. “Non voteremo l’esecutivo tecnico”, ufficializza il capo politico M5s, Vito Crimi. Per il Movimento la situazione è difficile. Ieri il clamoroso addio di una personalità da tutti rispettata come Emilio Carelli. E adesso si adombra la possibilità di una spaccatura interna sul nome e sul sostegno a Draghi, l’uomo scelto dal capo dello Stato.
Per la Giorgia Meloni (FdI) è “meglio il voto”, mentre Salvini avverte: “Il problema non è il nome, ma che cosa vuole fare e con chi”. Cauta Forza Italia. Matteo Renzi plaude a Mattarella. “È tempo di costruttori – dice -, bene Draghi”. Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, apre all’ex governatore della Bce e afferma. “Siamo pronti al confronto per il bene del Paese”.
E i mercati finanziari? Festeggiano subito la prospettiva di un governo guidato dall’ex presidente della Bce. A Piazza Affari, il Ftse Mib ha aperto con un rialzo del 2,5% dopo il 3% segnato in pre-apertura, spinto da titoli bancari, che volano grazie alla frenata dello spread, vicino a quota 100, che è bassa. Dal punto di vista dell’economia il richiamo a Draghi implica un aumento della fiducia per gli investitori. Si fa più concreta la possibilità di un esecutivo molto rigoroso sul bilancio e sugli investimenti.
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