Aumentano i follower mentre il suo volto diventa sempre più internazionale, ma Matilda De Angelis non rinuncia a sfoggiarlo anche con l’acne. Non molla la sua battaglia social, che anzi sembra rafforzarsi proprio con il recente successo della serie The Undoing, in cui recita insieme a Nicole Kidman, Hugh Grant e Donald Sutherland. Accanto alle copertine patinate e agli shooting, l’attrice torna puntualmente a mostrare i suoi brufoli. È una sfida con se stessa e contro l’ipocrisia dei social network: «Non devo avere paura di Instagram», aveva confessato tempo fa, pubblicando una foto con una maschera da viso per eliminare i punti neri. Col passare del tempo, De Angelis ha intensificato il discorso, che nel suo caso va ben oltre i punti neri: avere l’acne è normale. Anche se non è facile conviverci.
«Accadono cose paradossali nella vita no? Bene, per me essere un’attrice e lavorare con il volto mangiato dall’acne è una di queste». A queste parole Matilda De Angelis aveva accompagnato un selfie inaspettato con il volto coperto di acne. «Ogni giorno devo svegliarmi e presentarmi prima davanti allo specchio e poi davanti alla macchina da presa con tutto il carico emotivo che già comporta ed essere “splendida”, in parte e concentrata insieme a tutte le mie paure e insicurezze letteralmente a fior di pelle».
Ne ha parlato in moltissime occasioni, mostrandosi senza mezze misure con il viso – come lo definisce lei – «mangiato dall’acne». Mangiato: una sensazione che chi soffre d’acne conosce bene. Mangiato dal dolore, dal prurito, dal bruciore, dal gonfiare, dall’imbarazzo, dai giudizi. Ma anche dall’imposizione sociale di doverlo nascondere. Non a detta di Matilda, che ha trovato il coraggio – perché di coraggio si tratta: non sminuiamo – di andare in giro sui social con un filo di mascara ma senza un filo di fondotinta. «Potete truccarvi e spaccare senza coprire i brufoli» consiglia ai follower, sorridendo in uno scatto col volto mangiato dalle bolle. «La pelle respira ed è più bella che con chili di trucco».
Che se c’è un modo sano di influenzare gli altri, rendendo positiva una tendenza nata sui social e deformata dagli stessi social, allora questo è il modo giusto. Come sostiene ironicamente Matilda De Angelis: «se anche una ragazza sveglia e bella e intelligente e simpatica e modesta come me ha l’ansia da social, figurati gli altri».
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