Un’altra giornata campale sul fronte della crisi. Il capo del Governo, Giuseppe Conte, ha espresso la sua intenzione di andare al più presto in Parlamento. Lo ha affermato nel corso di un colloquio, nel pomeriggio del 14 gennaio, col presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Quello che Conte cerca è un “indispensabile chiarimento politico”, mediante comunicazioni ai parlamentari, sulla crisi in atto provocata dallo strappo di Renzi. Il presidente del Consiglio, dunque, non solo non sembra volersi dimettere ma ora rilancia e, di fatto, promette battaglia in Aula.
Dal canto suo il capo dello Stato “ha preso atto – si legge in un comunicato del Quirinale reso noto anche su Twitter – degli intendimenti così manifestati dal presidente del Consiglio”. E, sempre in un comunicato del Colle, si legge anche del passaggio delle deleghe lasciate dalle ministre dimissionarie renziane. Il presidente della Repubblica “ha firmato il decreto con il quale, su proposta del presidente del Consiglio, vengono accettate le dimissioni rassegnate dalla senatrice Teresa Bellanova dalla carica di ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali”, è scritto. “Il relativo interim è stato assunto dal presidente del Consiglio“. Accettate anche, ovviamente, le dimissioni di Elena Bonetti dalla carica di ministro senza portafoglio e di Ivan Scalfarotto da sottosegretario di Stato agli Esteri.
La partita della crisi ora si sposta fra Montecitorio e Palazzo Madama. I parlamentari sono pronti a fare le loro mosse. “Quest’aula non è e non può essere indifferente a quanto sta succedendo”, aveva dichiarato in mattinata il presidente della Camera Roberto Fico. E i cosiddetti responsabili? Ovvero la pattuglia che dovrebbe “salvare” con i propri voti la maggioranza di governo rimasta priva dell’appoggio di Italia Viva? Non è ancora chiaro se esitano davvero e cosa intendano fare. Si è parlato di un nucleo che potrebbe formarsi attorno a Clemente Mastella, veterano della politica italiana. Si vedrà presto, in ogni caso.
Secondo molti osservatori, tuttavia, è reale il rischio di elezioni a giugno prossimo. Lo sostengono, riporta l’Ansa, fonti interne al Partito democratico. Ma i Dem, perno della maggioranza pro Conte assieme ai Cinque Stelle, spiegano che non possono andare dietro a rumors su sostegni “esterni” alla coalizione che al momento non si palesano effettivamente. D’altro canto anche ricucire con Italia Viva sembra quasi impossibile. Il M5S ha infatti chiarito che con Renzi non intende più dialogare. Quindi, come in un effetto domino, è l’analisi del Pd, la situazione sta rotolando verso le elezioni anticipate la prossima primavera, prima del “semestre bianco” di Mattarella che scatterà a fine luglio. Quando il capo dello Stato, giunto agli ultimi sei mesi del suo mandato, non avrà più il potere di sciogliere le camere.
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