Era la notte del 4 gennaio 2015 quando, lasciando impietriti milioni di fan in tutta Italia, se ne andava Pino Daniele. Da tempo alle prese con problemi cardiaci di varia natura, il musicista venne a mancare all’improvviso, a neanche 60 anni di età, in nell’ospedale romano dove fu trasportato d’urgenza. Un lascito, quello del cantante, degno dei più grandi; negli anni successivi alla morte, il successo di Daniele tra pubblico e colleghi non ha fatto crescere, facendone uno dei pochi idoli veramente transgenerazionali della musica napoletana e italiana in generale.
Nel corso di questi lunghi anni non sono mancati gli omaggi e i ricordi da parte dei più svariate star del pop nazionale (su tutti nomi come quelli di Tiziano Ferro, Vasco Rossi, Enrico Ruggeri), così come i monumenti, i murales, gli spazi pubblici intitolati a uno degli ultimi veri eroi popolari partoriti dalla musica italiana. Il catalogo di Pino Daniele è oggi in ristampa continua, così come la pubblicazione di inediti risalenti alle fasi più disparate di una carriera in evoluzione perenne. Un percorso improntato al blues e alla world music, tra i pochissimi ad aver coniugato la melodia classica tipicamente italiana alle sperimentazioni che già nei tardi anni ’70 iniziarono a sconvolgere il modo di approcciarsi al canto popolare; percorso interrotto prematuramente nel 2015, ad appena tre anni dall’ultimo La Grande Madre.
Nel giorno del sesto anniversario, l’attivissima Pino Daniele Trust Onlus, gestita dai figli Alex e Cristina, non ha perso occasione per ricordare a tutti la figura dell’artista, con uno sguardo rivolto a quelle terribili ore del gennaio 2015. “Fu una lunga notte“, rievoca la famiglia. “La pioggia copriva il rumore e ne conserva la memoria. Le lacrime materializzano emozioni, ci raccogliamo per vivere il dolore che ancora oggi ci tiene stretti a te”. Parole dedicate direttamente all’artista, immortalato nell’esibizione di Dammi Una Seconda Vita, risalente al lontano 2004.
Tra i protagonisti dell’annuale ricordo di Pino Daniele anche la figlia Sara, giovane star dei social media indirettamente legatissima alla discografia del padre. A lei era dedicato il celebre brano omonimo nell’album Medina, pubblicato da Daniele nel 2001; ed è ancora lei a farsi custode del ricordo del musicista, condividendolo ancora con le legioni di fan in lutto. “Noi figli siamo l’estensione dei nostri genitori e dei loro insegnamenti“, il suo commento, a corredo di una vecchia fotografia dei due. “Non sono perfetta, e ho ancora tanto da imparare. Ma se guardo il mio percorso credo che ne saresti fiero“, conclude rivolta direttamente a lui.
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