Scadrà domani 16 dicembre il termine ultimo per il pagamento dell’Imu, la tassa sulle proprietà immobiliari che ha inglobato definitivamente la Tasi. Si tratta del saldo di dicembre, appunto, dopo il primo acconto che generalmente scade a giugno. L’Imu vale almeno 16 miliardi – nell’arco di un intero anno – per le casse dell’erario pubblico. Per il contribuente comune, così come per i dipendenti con una seconda casa (sulla prima abitazione l’Imu non si paga), non cambia nulla. La scadenza del saldo resta fissata al 16 dicembre.
Chi resta escluso
I vari decreti del governo, però, hanno escluso una serie di categorie economiche dalla seconda rata dell’Imu, in questo anno di Covid. Il settore del turismo e dello spettacolo, in primo luogo: dunque gli stabilimenti balneari marittimi, fluviali e sui laghi. E ci sono anche le terme, gli alberghi, le pensioni e gli immobili destinati alle attività ricettive. Non solo. Sono anche altri i “gruppi” sociali e professionali che possono beneficiare dell’esenzione.
Esonero anche per il 2021
Si tratta di teatri e cinema, ma anche le discoteche. E, più in generale, tutte quelle strutture che, fino a prima della pandemia, erano normalmente utilizzate per ospitare eventi fieristici e manifestazioni. L’esonero per alcune di queste categorie – teatri e cinema in particolare – sarà esteso anche al 2021 e 2022. Servirà, però, il via libera definitivo della Commissione europea.
I negozi e il lockdown
Anche i pubblici esercizi e le attività economiche che hanno dovuto attraversare questo lunghissimo annus horribilis 2020 nelle zone rosse, o che abbiano subito chiusure dovute al lockdown non devono pagare la seconda rata dell’Imu. Valgono anche qui le condizioni ,che il governo ha fissato per cinema, teatri e alberghi. Cioè che il proprietario sia anche il gestore dell’attività di cui si parla. Oppure che almeno coincida con il soggetto passivo d’imposta. Tutti gli altri soggetti non beneficiari delle esenzioni sono obbligati al versamento entro la scadenza classica, cioè il 16 dicembre.