foto Twitter / Margaret Barthel @margaretbarthel
Nuova manifestazione contro il razzismo e nuove, profonde, tensioni negli Stati Uniti. Addirittura momenti di confusione e panico, nella notte italiana, davanti alla Casa Bianca. Alcuni manifestanti hanno cercato di abbattere la statua di Andrew Jackson (nella foto in alto, tratta dal profilo Twitter della giornalista Margaret Barthel @margaretbarthel). Jackson fu il settimo presidente degli Stati Uniti (1829-1837). È considerato responsabile del cosiddetto “sentiero delle lacrime”: la deportazione forzata dei nativi americani dalle loro terre. È un idolo, se così si può dire, di Donald Trump.
L’intervento delle forze dell’ordine è stato immediato: la polizia ha usato spray al peperoncino contro i 150-200 manifestanti presenti e ha formato un cordone per proteggere la statua di Jackson e la Casa Bianca. La statua si trova a Lafayette Square, nei pressi dell’edificio presidenziale, da cui il Secret Service ha fatto uscire tutti i giornalisti. Cantando “Hey, Hey, Ho, Ho, Andrew Jackson’s got to go” (deve andarsene) i manifestanti hanno legato la statua con delle corde con l’obiettivo di abbatterla. Un gesto forte, a pochi passi dalla residenza del presidente.
Ormai da quasi un mese in tutte le principali metropoli degli Usa (ma anche nei centri minori) decine di migliaia di persone invadono le strade. Protestano per la morte di George Floyd, l’afroamericano di 46 anni ucciso dalla polizia a Minneapolis il 25 maggio. Sono già finite nel mirino molte altre statue tacciate di rappresentate personaggi razzisti, abbattute in varie parti degli Stati Uniti. L’ultima in ordine temporale è quella di Teddy Roosevelt che il Museo di Storia Naturale di New York rimuoverà dal suo ingresso davanti a Central Park. Polemiche da giorni travolgono anche le statue del generale sudista Robert Lee e quella di Cristoforo Colombo, considerate simboli del razzismo e del passato coloniale.
Nei giorni scorsi, intanto, uno dei quattro agenti di polizia accusati per l’omicidio di George Floyd è stato filmato da una donna mentre faceva la spesa nel Minnesota. La donna ha poi postato il video che sta facendo il giro del web. Alexander Keung, 26 anni, è stato rilasciato dalla prigione della contea di Hennepin venerdì sera, 19 giugno, dietro una cauzione di 750.000 dollari. “Quindi sei fuori di prigione e fai shopping tranquillamente, come se non avessi fatto nulla”, lo ha affrontato la donna. Nel video si vede Keung rispondere: “Capisco. Mi spiace, prendo le mie cose e vado via”. Al che la donna ribatte: “No, non vogliamo che tu abbia le tue cose, vogliamo che tu sia rinchiuso”.
Una delle proteste davanti alla Casa Bianca: sono ormai numerose, a cadenza regolare
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