“Dobbiamo farci trovare preparati a gestire una seconda ondata di contagi. Comunque, se dovesse mai esserci, non ritengo avrà le dimensioni e la portata della prima”. Lo ha detto l’11 giugno Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità (Css) e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts), durante la trasmissione Agorà, su Rai Tre.

I mesi più freddi

“Prevedere se e quando ci sarà una seconda ondata – ha aggiunto – è un esercizio da indovino piuttosto che da scienziati. Ma è possibile che con il ritorno dei mesi più freddi, nel tardo autunno o inverno, ci possa essere una ripresa. Il virus infatti circola ancora in molti paesi del mondo, come vediamo dai dati di America Latina e India”.

Vaccino e immunità di gregge

“C’è uno sforzo internazionale mai registrato prima nella storia dell’umanità – prosegue Locatelli -. Occorre un vaccino in grado di conferire immunità di gregge, ovvero una protezione largamente estesa contro il nuovo coronavirus”. E “il messaggio è che lo Stato italiano c’è. Farsi trovare pronti per il vaccino è importante”, ha sottolineato. Lo sforzo che si sta facendo “prevede anche alcuni approcci vaccinali molto innovativi. Il nostro governo ha fatto in questo senso investimenti importanti. Basti pensare al prodotto di ricerca che sarà sviluppato grazie all’investimento fatto da Ministero della Salute, della Ricerca, Regione Lazio e Cnr”.

Il contagio fra i giovani

Il fatto che i giovani siano meno facilmente contagiabili, ha detto ancora Locatelli, “è materia dibattuta. Se ne abbiamo trovati meno positivi potrebbe anche esser dovuto al fatto che i tamponi sono stati in buona parte fatti sui sintomatici. E questo può impattare su una valutazione della diffusione tra i giovani”. I quali sono invece più spesso asintomatici.

L’uso dei guanti

Quanto all’uso dei guanti, consigliati in molte linee guida per l’accesso in luoghi pubblici e negozi, per Locatelli “sono controproducenti”. “Sono d’accordo – ha precisato – con la posizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ovvero che nella popolazione non serve metterli. Una buona e ripetuta igiene delle mani è largamente sostitutiva dei guanti che danno un falso senso di sicurezza. Chi si occupa di questa pandemia – ha concluso – ha anche una responsabilità comunicativa. Serve precisione nei messaggi e sobrietà nel comunicarli”.