“La mafia si è sempre nutrita di complicità e di paura, prosperando nell’ombra”. Comincia così il messaggio che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha pronunciato oggi 23 maggio in occasione del 28° anniversario della strage di Capaci.

In quella strage mafiosa sull’autostrada alle porte di Palermo, il 23 maggio 1992, persero la vita il giudice Giovanni Falcone e la moglie, anch’essa magistrato, Francesca Morvillo. Insieme a loro morirono anche tre uomini della scorta: Rocco Dicillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro.

Il capo dello Stato ha ricordato non solo Falcone ma anche il giudice Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta. Uccisi dalla mafia il 19 luglio 1992 a Palermo. “Le figure di Falcone e Borsellino – ha detto Mattarella – come di tanti altri servitori dello Stato caduti nella lotta al crimine organizzato, hanno fatto crescere nella società il senso del dovere e dell’impegno. Per contrastare la mafia e per far luce sulle sue tenebre, infondendo coraggio, suscitando rigetto e indignazione, provocando volontà di giustizia e di legalità”.

“I mafiosi, nel progettare l’assassinio dei due magistrati, non avevano previsto un aspetto decisivo. Ossia quello che avrebbe provocato nella società. Nella loro mentalità criminale – aggiunge Mattarella -, non avevano previsto che l’insegnamento di Falcone e di Borsellino, il loro esempio, i valori da loro manifestati, sarebbero sopravvissuti. Rafforzandosi, oltre la loro morte. Diffondendosi, trasmettendo aspirazione di libertà dal crimine, radicandosi nella coscienza e nell’affetto delle tante persone oneste”.