Salvo contrordini dell’ultimo momento, negozi, bar, ristoranti, estetisti e parrucchieri potranno riaprire l’attività in Italia da lunedì 18 maggio. Si attende per il fine settimana il responso sul numero di contagi e sul trend della diffusione del coronavirus. Dopodiché, se tutto rientra nell’attuale tendenza che vede il depotenziamento in corso dell’infezione, il governo darà via libera. Fornirà, cioè, alle regioni le linee guida per le misure di sicurezza da osservare al fine di garantire che la ripartenza del commercio non abbia ripercussioni sanitarie gravi.
Grazie a un’anticipazione di oggi 12 maggio, il quotidiano romano Il Messaggero svela alcune caratteristiche del piano dell’Inail (Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro) in base al quale i locali dovranno osservare regole molto precise. Soprattutto per i ristoranti e locali dove si mangia. “In ogni caso, va definito un limite di capienza predeterminato massimo – è scritto nel documento -, prevedendo uno spazio che di norma dovrebbe essere non inferiore a 4 metri quadri per ciascun cliente. Fatta salva la possibilità di adozioni di misure organizzative come, ad esempio, le barriere divisorie”.
Questa raccomandazione, sottolinea Il Messaggero, non piace alla Fipe, la sigla della Confcommercio che rappresenta i ristoratori. “Con una persona ogni 4 metri perderemo il 60% dei posti“, si legge in una nota. Indietro però non si torna. La nuova organizzazione della ristorazione prevede poi che vadano “eliminati modalità di servizio a buffet o similari” tipici delle colazioni negli hotel, dei matrimoni e grandi eventi.
Per smorzare il più possibile, inoltre, il rischio di contrarre il virus dalle superfici, scattano indicazioni anche sui menu. “È opportuno utilizzare format di presentazione del menù alternativi rispetto ai tradizionali. Ad esempio: menù scritti su lavagne, consultabili via app e siti, menù del giorno stampati su fogli monouso”.
Naturalmente “i clienti dovranno indossare le mascherine in attività propedeutiche o successive al posto al tavolo. Ad esempio per il pagamento alla cassa, spostamenti, utilizzo servizi igienici”. È indispensabile “il ricambio di aria naturale e la ventilazione dei locali”. Dove è possibile priorità agli spazi all’aperto “con una rimodulazione dei tavoli e dei posti a sedere, garantendo il distanziamento dei tavoli non inferiore a 2 metri”.
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