“Se mi chiamano in tribunale – siccome non sarà un processo a un uomo, ma un processo a un’idea di un’Italia bella, sicura, libera – in tribunale aspetto anche voi”. Così Matteo Salvini ha dichiarato ai suoi sostenitori in chiusura di un comizio a Ozzano dell’Emilia (Bologna) riferendosi al caso Gregoretti. “Sono il primo politico a essere felice se lo mandano a processo – ha detto il leader della Lega – perché devono avere paura quelli che hanno fatto qualcosa di sbagliato, non chi ha fatto qualcosa di giusto”.

Proprio ieri, 20 gennaio, la Giunta delle immunità del Senato ha dato il via libera al processo all’ex ministro dell’Interno circa l’accusa di sequestro di persona per il caso della nave Gregoretti della Guardia Costiera. Lo scorso agosto la Gregoretti aveva salvato dal naufragio decine di migranti ma Salvini l’aveva bloccata in porto per giorni prima di acconsentire allo sbarco delle persone. La Giunta ha respinto la proposta del presidente Gasparri di negare la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro dell’Interno.

Contro la proposta hanno votato gli stessi 5 senatori della Lega, che, su indicazione di Salvini, chiedevano di dar luogo al processo. A favore i 4 di FI e Alberto Balboni di FdI. In caso di pareggio, il regolamento del Senato fa prevalere i “no”. Dopo la votazione della Giunta delle immunità del Senato, si esprimerà l’Aula che darà il voto definitivo. La data del voto? Più o meno a metà febbraio.

“Guareschi diceva che ci sono momenti in cui per arrivare alla libertà bisogna passare dalla prigione – ha dichiarato Salvini il 20 gennaio a Comacchio -. Siamo pronti, sono pronto”. “Salvini sta usando un tema della giustizia per motivi politici e personali, come sul caso Diciotti e sul Russiagate. Quella della Gregoretti è una vicenda solo giudiziaria, ma lui pretende l’impunità”, era stata la replica del segretario Pd Nicola Zingaretti.

L’Aula del Senato assumerà la decisione definitiva sull’autorizzazione a procedere contro Salvini