Dall’Australia alla Nuova Zelanda e fino all’America. L’emergenza incendi nella terra dei canguri è senza fine e le sue conseguenze diventano ormai planetarie. La foto in alto è tratta dall’account Twitter di @AleZ2016, docente argentina, e ritrae il cielo grigio sulla città di Cordoba, coperto dalla coltre di fumo proveniente dall’Australia.
Se ormai si calcolano in Australia oltre venti morti e circa un miliardo di animali uccisi, in questi ultimi giorni i cileni e gli argentini hanno percepito direttamente dalle finestre di casa la tragedia degli incendi che da mesi devastano il continente situato all’opposto delle loro coste. Hanno visto una leggera nebbia a coprire il cielo, divenuto più grigio; o il sole che al tramonto appare più rosso. Tutti chiari segni di un fenomeno spaventoso e, al momento, fuori controllo. Il fumo degli immensi roghi che hanno distrutto milioni di ettari di vegetazione è arrivato sull’altra sponda dell’Oceano Pacifico. Ha varcato non soltanto i confini dell’Australia ma di tutta l’Oceania e, sospinto dai venti, ha raggiunto l’America meridionale. Un altro continente a circa 15 mila chilometri di distanza.
Il fumo, ben visibile nei cieli di Cile e Argentina, non avrebbe al momento causato pericoli per la salute degli abitanti dei due paesi sudamericani. A segnalarlo sono diversi siti di quotidiani locali, come il Clarin e La Tercera.
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La nube di fumo australiano è transitata a circa 6000 metri di altitudine sui cieli del Cile. Anche per questo non è scesa in superficie. L’unica conseguenza, al momento, è una riduzione della radiazione ultravioletta. La cortina fumogena crea infatti una sorta di “tappo”. Una situazione simile si è verificata anche in Argentina, dove il Servizio meteorologico nazionale ha mostrato su Twitter le immagini dei satelliti. Si può vedere che il fumo è stato trasportato da fronti d’aria da ovest verso est.
Secondo Roberta De Carolis di Greenme.it, la nubi portatrici della gigantesca cortina fumogena potrebbero invadere anche il Brasile e poi forse anche altri Paesi. Gli incendi, spiega ancora Greenme.it, hanno già rilasciato nell’atmosfera circa 400 Megatoni di anidride carbonica e già il 2 gennaio scorso le più alte concentrazioni di monossido di carbonio atmosferico nel mondo si trovavano esattamente sopra l’Oceano Pacifico del Sud. Elementi altamente inquinanti provenienti dagli incendi del New South Wales, lo stato australiano più colpito dai roghi.
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