Le fratture che rendono instabili i ghiacci della Groenlandia fotografate dai droni. Ecco il fenomeno, e i dati scientifici che ne conseguono, che emerge da uno studio pubblicato sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas). Le fratture (le foto sono tratte da Twitter) di cui si parla sono generate dai laghi che si formano in estate in Groenlandia. Specchi d’acqua causati dalla fusione dei ghiacciai.

Instabilità crescente

La ricerca si deve al gruppo dell’Università britannica di Cambridge coordinato da Thomas Russell Chudley e Poul Christoffersen. A cause di queste fratture, riporta online l’Ansa, la seconda calotta glaciale più grande del mondo sta diventando potenzialmente instabile. Con il suo progressivo scioglimento contribuisce all’innalzamento globale del livello del mare. È uno dei peggiori effetti dei cosiddetti cambiamenti climatici.

Utilizzando droni costruiti su misura dall’Istituto Scoot per la ricerca polare (Scott Polar Research Institute), capaci di resistere alle condizioni estreme dell’Artico, i ricercatori sono riusciti per la prima volta a catturare la formazione di un lago superficiale.

Laghi che “vanno e vengono”

Ogni estate, quando le temperature aumentano, migliaia di laghi si formano sulla calotta glaciale della Groenlandia, generati dal deposito dell’acqua di fusione. Molti di essi possono scomparire in poche ore. Aprendo, così, nel ghiaccio crepacci chiamati mulini glaciali, attraverso i quali l’acqua scende sul fondo della calotta. Mentre conduceva le ricerche nella Groenlandia nord-occidentale, il gruppo di ricerca ha assistito alla formazione di una frattura, alla sua propagazione per oltre 500 metri e al successivo drenaggio al suo interno dell’acqua del lago.

In sole cinque ore, cinque milioni di metri cubi di acqua, l’equivalente di 2.000 piscine olimpioniche, sono defluiti dal lago sul fondo della calotta attraverso la frattura, causando la formazione di una nuova cavità. E riducendo il lago a un terzo del suo volume originale. L’enorme quantità di acqua scesa sul fondo ha fatto sollevare di oltre mezzo metro il ghiacciaio, dello spessore di un chilometro. È raro osservare direttamente fenomeni come questi. “Siamo stati fortunati a essere nel posto giusto al momento giusto”, ha detto Chudley. Le foto scattate dai droni hanno dimostrato come l’acqua di fusione provochi la formazione di nuove fratture e l’espansione di altre, in una sorta di reazione a catena.