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Borsellino, l’audio shock del giudice antimafia. Ecco che cosa disse [AUDIO]

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Mancano pochi giorni al 27° anniversario della strage di via d’Amelio a Palermo, il 19 luglio 1992. A causa della quale il giudice Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta furono massacrati da un’autobomba della mafia. Martedì 16 luglio in Senato si è di nuovo udita la voce del giudice. Perché è stato proiettato un file audio agli atti della Commissione antimafia, adesso desecretato insieme a tutti i lavori dell’organo parlamentare fino al 2001.

“Che senso ha essere accompagnato la mattina per poi essere libero di essere ucciso la sera?” è l’accusa di Borsellino. Siamo nel 1984 è il magistrato palermitano depone davanti alla Commissione antimafia. Lamenta di avere la scorta solo la mattina, per mancanza di autisti giudiziari. Non solo. Non poteva disporre neppure del sostegno di segretari e dattilografi: “Ne abbiamo bisogno per tutto l’arco della giornata”, spiega. L’audio-video che pubblichiamo è tratto dal sito dell’Ansa e riporta i crediti della famiglia Borsellino.

La situazione in cui i magistrati antimafia e Borsellino in particolare si trovano a operare è drammatica e, per un altro verso, sfiora il ridicolo. “Voglio sottolineare – dice Borsellino alla Commissione antimafia nel 1984 – la gravità dei problemi di natura pratica che ogni giorno dobbiamo affrontare. Con la gestione dei processi di mole incredibile, è diventato indispensabile l’uso di attrezzature più moderne, come i computer: il pc è finalmente arrivato ma non sarà operativo se non tra qualche tempo, ci sono problemi gravi di installazione, è stato messo in un camerino”.

“Deve servire per la gestione dell’enorme processo che stiamo portando avanti. È indispensabile, c’è una mole di dati incredibile, il processo impegna ben 4 magistrati. Non bastano più le rubriche artigianali”. “Quanto al personale – prosegue il magistrato – non si tratta solo di dattilografi e segretari di cui avremmo bisogno di aver garantita la presenza per tutta la giornata, non solo per la mattinata. Ma mi riferisco anche agli autisti giudiziari. La mattina con strombazzamento di sirene la gran parte di noi viene accompagnata in ufficio dalle scorte ma il pomeriggio c’è una sola macchina blindata e io sistematicamente vado in ufficio con la mia auto per poi tornare a casa verso le 21-22“.

La libertà la riacquisto – dice infine Borsellino rispondendo ad un esponente della Commissione – ma non vedo che senso ha perdere la libertà la mattina per essere libero di essere ucciso la sera“. In un altro passaggio dell’audio Paolo Borsellino asserisce di essersi dovuto dimezzare la scorta per poter disporre delle volanti.

“Oggi la Commissione Antimafia ha desecretato tutti gli atti dei suoi lavori fino al 2001 – ha scritto su Facebook il premier Giuseppe Conte -. Possiamo riascoltare le parole amare del giudice Paolo Borsellino e la sua denuncia in anni cruciali per la lotta alla mafia. Le sue parole potranno risuonare nelle coscienze di tutti noi“. “Un bel segnale affinché nessuno sia lasciato solo nella lotta contro la mafia”.

Photo credits: Twitter

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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