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Di Maio, il giorno della verità: gli iscritti M5S votano su Rousseau

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Due endorsement di peso, come quelli di Beppe Grillo e Davide Casaleggio. Ma anche una mossa a sorpresa. Ideata e messa in campo per “sminare” l’assemblea congiunta dei parlamentari del Movimento che rischiava di trasformarsi in un “processo” a Luigi Di Maio. Così il vicepremier e ministro pentastellato ha rotto gli indugi e ha annunciato il 29 maggio che avrebbe rimesso il suo mandato di capo politico al giudizio degli iscritti. “Non sono mai scappato dai miei doveri e se c’è qualcosa da cambiare lo faremo”, afferma, mettendo al voto su Rousseau il ruolo di capo politico.

“Perché è giusto che siate voi ad esprimervi. Gli unici a cui devo rendere conto del mio operato”, scandisce Di Maio. Insomma, chi è nominato dalla Rete solo da quella, e non dai parlamentari, può essere riconfermato o meno. “Il Movimento non sono gli eletti” si affrettano a mettere in chiaro i vertici pentastellati, visibilmente irritati dal comportamento di alcuni parlamentari “che si sono fatti nominare ed ora attaccano chi li ha portati fino a qui”.

Come Gianluigi Paragone, fino a lunedì nell’inner circle dei fedelissimi, tanto da figurare tra i pochi chiamati al “quartier generale” improvvisato al Mise per ragionare con Di Maio su come affrontare la debacle elettorale. Contrarietà alla votazione su Di Maio sarebbe stata espressa dal presidente della Camera, Roberto Fico, in occasione dell’assemblea M5s alla Camera. “È da vecchia politica mettere in discussione il capo politico dopo una sconfitta dopo le prime elezioni. Abbiamo un vertice senza avere tutto il resto, quindi abbiamo preso solo il peggio”, aggiunge Fico.

“Una strutturazione migliore” del Movimento “non sarà un compito solo in capo a Di Maio, ma la fiducia a Luigi va ribadita”. Lo afferma Alessandro Di Battista al termine dell’assemblea M5s. Troppi incarichi a Di Maio? “Il nostro limite è che siamo brave persone e quindi abbiamo scelto i ministeri più complicati e abbiamo fatto i provvedimenti più complicati”, spiega Di Battista, secondo il quale “compito dei parlamentari è portare a casa dei risultati”.”Non sono pervenute criticità sul governo, abbiamo deciso che il governo deve andare avanti”. Lo afferma il capogruppo M5s alla Camera, Francesco D’Uva, al termine dell’assemblea dei gruppi congiunti M5s, durata sei ore. Era stato il capo politico Luigi Di Maio a chiedere ai parlamentari se avessero intenzione di sostenere ancora il governo.

Photo credits: Twitter

Redazione VelvetMAG

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