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Luca Marinelli: interpretare Mussolini, una sfida personale e professionale

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Nel contesto della 81ª Mostra del Cinema di Venezia, Luca Marinelli ha attirato molta attenzione per la sua interpretazione di Benito Mussolini nella serie ‘M – Il figlio del secolo’, tratta dal romanzo omonimo di Antonio Scurati.

L’attore romano, noto per il suo forte impegno antifascista, ha condiviso quanto sia stata difficile e dolorosa l’esperienza di interpretare una figura storica così controversa, come il dittatore fascista, rinunciando temporaneamente ai propri principi personali per calarsi nel personaggio.

Luca Marinelli a Venezia 2024 (Credits: ANSA) – VelvetMag

Per la regia di Joe WrightM – Il figlio del secolo assiste all’ascesa al potere di Benito Mussolini, interpretato proprio da Luca Marinelli. Nel corso degli otto episodi, che approderanno nel 2025 su Sky e in streaming su NOW, la serie toccherà in particolare i periodo che va dalla fondazione dei Fasci Italiani nel 1919 fino al discorso in Parlamento nel 1925. E lo farà con un Marinelli in stato di grazia, che proprio alla Mostra del Cinema di Venezia ha ottenuto grande fortuna, negli anni precedenti. Nel 2015 ha difatti vinto il Premio Pasinetti come Miglior Attore per Non essere cattivo di Claudio Caligari mentre nel 2019 ha vinto la Coppa Volpi per la Miglior Interpretazione Maschile grazie a Martin Eden di Pietro Marcello.

La complessità di Mussolini secondo Luca Marinelli

Marinelli ha spiegato che per interpretare al meglio il ruolo di Mussolini, ha dovuto sospendere il proprio giudizio personale, immergendosi in una figura descritta come opportunista e senza scrupoli. Nella serie, diretta da Joe Wright, Mussolini non è presentato come un “pazzo”, ma piuttosto come un uomo che manipola le paure e insoddisfazioni della popolazione per ottenere potere. Questa rappresentazione lo rende ancora più pericoloso e attuale, in quanto riflette un modello di mascolinità tossica che può influenzare la politica.

Luca Marinelli sulla sua interpretazione in “M – Il figlio del secolo” (Credits: ANSA) – VelvetMag

Sfida emotiva e attoriale

Marinelli ha descritto il processo come una sfida emotiva particolarmente intensa, soprattutto per il suo antifascismo dichiarato. Nei sette mesi di lavorazione, l’attore ha dovuto mettere da parte le proprie convinzioni, concentrandosi sul dare vita a un personaggio tanto complesso quanto grottesco. “È stato difficile non giudicarlo mentre lo interpretavo,” ha affermato Marinelli, sottolineando come la parte più impegnativa fosse comprendere la mente di Mussolini senza cadere in stereotipi o caricature.

Ma – ha aggiunto – non ho mai pensato di farne il male assoluto. Credo che definire quelli come lui il diavolo o dei pazzi, sia una maniera per allontanarli da noi e farci sentire salvi. E invece credo che siano persone che vengano da dentro di noi, che sono come noi. Io più che altro ho esplorato le sue scelte. Il fatto che lui fosse cosciente delle sue azioni: nessuno l’ha spinto, indotto. Lui ha deciso di essere un criminale e questo è stato. Si è macchiato di crimini orrendi“.

Un ritratto che rompe la quarta parete

Uno degli elementi più discussi della serie è la decisione del regista Wright di far guardare il personaggio direttamente in macchina, rompendo la quarta parete. Questo espediente serve a coinvolgere il pubblico nelle riflessioni di Mussolini, mostrando come il dittatore controllasse la propria immagine pubblica e manipolasse la realtà per consolidare il suo potere. La serie è stata lodata per l’accuratezza storica e per la potenza dell’interpretazione di Marinelli, definita da alcuni critici come una delle migliori della sua carriera.

In conclusione, la scelta di Marinelli di sospendere il proprio giudizio su Mussolini per tutta la durata delle riprese di M – Il figlio del secolo, pur rimanendo fedele alle proprie convinzioni personali, ha portato a una performance che esplora in modo profondo e disturbante una delle figure più controverse della storia italiana.

Lorenzo Cosimi

Cinema e tv Romano, dopo la laurea triennale in Dams presso l’Università degli Studi Roma Tre, si è poi specializzato in Media, comunicazione digitale e giornalismo alla Sapienza. Ha conseguito il titolo con lode, grazie a una tesi in Teorie del cinema e dell’audiovisivo sulle diverse modalità rappresentative di serial killer realmente esistiti. Appassionato di cinema, con una predilezione per l’horror nelle sue molteplici sfaccettature, è alla ricerca costante di film e serie tv da aggiungere all’interminabile lista dei “must”. Si dedica alla produzione seriale televisiva con incursioni sui social. Segui Lorenzo su Instagram Segui Lorenzo su Facebook

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