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La Mecca, morte 1300 persone. “Ma l’80% non era autorizzato a fare il pellegrinaggio”

Dilaga il fenomeno dei viaggi sacri senza il permesso ufficiale di Riad, quindi senza garanzia di assistenza medica rapida o alloggi che riparino dal caldo

Sono più di 1.300 i fedeli musulmani che hanno perso la vita quest’anno mentre stavano compiendo l’annuale pellegrinaggio alla città santa della Mecca, in Arabia Saudita, fra il 14 e il 19 giugno. Questo – secondo la Cnn – il bilancio ufficiale aggiornato dal Governo della monarchia araba. Secondo i sauditi “numerosi casi”, almeno 4 su 5, sono addebitabili al caldo spaventoso – oltre 50 gradi all’ombra – e ai viaggi “non autorizzati”.

Quest’anno, riferiscono le stesse fonti arabe, il sistema sanitario ha dovuto affrontare numerosi casi di stress da calore, con alcune persone che sono ancora in cura. In tanti hanno camminato “per lunghe distanze sotto la luce solare diretta, senza un adeguato riparo“. Tra i decedutidiversi anziani e malati cronici“. “Purtroppo, il numero dei decessi ha raggiunto quota 1.301, di cui l’83% non autorizzato a celebrare l’Hajj (pellegrinaggio, ndr.). E che ha camminato per lunghe distanze sotto la luce diretta del sole, senza un adeguato riparo o conforto” ha riferito l’agenzia di stampa ufficiale saudita.

Moschea Mecca pellegrinaggio musulmani
Ogni anno almeno 2 milioni di musulmani da tutto il mondo si recano a La Mecca. Foto X @alertarojanot

Cosa è successo a La Mecca

In tutta la vicenda c’è in primo luogo un’incognita sul numero dei pellegrini che sono giunti alla Mecca, in Arabia, non essendo registrati ufficialmente presso le autorità del loro Paese prima di partire. Il pellegrinaggio alla Mecca, per tradizione considerata la città natale del profeta Maometto, fondatore della religione islamica, è un dovere religioso per ciascun musulmano del mondo e rappresenta uno dei cosiddetti 5 pilastri dell’Islam.

Tutti i fedeli, dunque, hanno l’obbligo di compiere, una volta almeno nella vita, il pellegrinaggio (che si svolge ogni anno) alla Mecca. Ma a due condizioni, cioè a patto di avere le capacità fisiche ed economiche per intraprendere il viaggio; e a patto di riuscire a sostenere la propria famiglia durante la propria assenza.

Quest’ultimo Hajj in Arabia Saudita, del giugno 2024, sarà ricordato purtroppo anche per il tragico bilancio di vittime, appartenenti a molti Paesi del mondo. Fra essi, stando alle prime parziali cifre ufficiali, almeno 14 cittadini malesi, 165 indonesiani, 75 giordani, 35 pakistani, 49 tunisini, 11 iraniani e 98 indiani.

Il Dipartimento di Stato americano ha affermato che diversi cittadini statunitensi sono morti durante il pellegrinaggio alla Mecca per l’Hajj, ma non ha fornito il numero. “Possiamo confermare la morte di numerosi cittadini statunitensi in Arabia Saudita. Offriamo le nostre più sincere condoglianze alle famiglie per la loro perdita” ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato. Decine di iraniani sono stati ricoverati in ospedale a causa di colpi di calore, ha detto la Mezzaluna Rossa iraniana citata dall’agenzia di stampa semi-ufficiale Tasnim.

L’Egitto contro i tour operator

L’ecatombe avvenuta in Arabia ha determinato immediate conseguenze politiche e sociali in alcuni Paesi. Sabato 22 giugno il primo ministro egiziano Mostafa Madbouly ha ordinato il ritiro delle licenze a 16 compagnie turistiche che avevano organizzato illegalmente il viaggio di molti pellegrini alla Mecca in occasione dello Hajj. L’Arabia Saudita, sottolinea ilPost.it, concede infatti uno speciale permesso per svolgere il pellegrinaggio a un numero limitato di persone ogni anno. E ripartisce tali permessi fra i paesi musulmani del mondo grazie a un sistema di quote. I singoli fedeli li ottengono tramite una lotteria. Si tratta comunque di una lotteria costosa.

Per questo negli ultimi anni sono aumentati i tour operator che organizzano viaggi alla Mecca con visti turistici individuali nei giorni dell’Hajj, molto meno costosi. Questi visti, tuttavia, non includono le molte garanzie presenti invece con il permesso ufficiale. Ad esempio un’assistenza medica rapida, alloggi adeguati alle alte temperature che spesso si registrano nella regione nel periodo del pellegrinaggio. E l’accesso ai luoghi sacri per la religione islamica. I pellegrini non registrati, poi, rischiano l’arresto e il rimpatrio se identificati e catturati dalle forze di sicurezza saudite.

La Mecca Arabia Saudita
Foto X @galatacla

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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