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Ucraina, missili americani sparati contro la Russia. Mosca: “Gli Usa la pagheranno”

La guerra muove un altro passo verso un'escalation che appare inarrestabile e dalle conseguenze imprevedibili

Un altro passo verso un conflitto sempre più grave in Ucraina. Questa volta, alla pervicace volontà di morte e distruzione che gli invasori russi continuano a manifestare, si somma il primo attacco delle forze di Kiev contro la Russia con missili americani. Dopo l’autorizzazione dell’Amministrazione Biden, il 3 giugno missili Himars hanno centrato un sistema di difesa antiaerea nella regione russa di Belgorod. Una notizia emersa nel giorno in cui Mosca ha messo in guardia gli Stati Uniti dal commettere errori “fatali” in Ucraina.

Secondo il canale Telegram russo di esperti militari Dva Majora, missili Himars americani si sono abbattuti su una postazione che dispiegava missili S-300 e S-400. Non ci sarebbero vittime tra i soldati di Mosca. Il canale ha postato anche alcune fotografie in cui si vedono dei mezzi militari in fiamme e una colonna di fumo alzarsi nel cielo. Un altro canale russo, Astra, ha scritto che l’attacco ha danneggiato una base per le truppe e un’area di stoccaggio di armi pesanti nel distretto di Korochanskiy, sempre nella regione di Belgorod.

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Immagini dell’attacco missilistico in Russia dal canale Telegram Dva Majora

I missili Usa all’Ucraina

Si tratta di notizie che sia le autorità di Kiev come quelle di Mosca non hanno al momento confermato. A lanciare il monito agli Stati Uniti su “errori di calcolo che potrebbero avere conseguenze fatali” è stato invece il vice ministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov, che ha denunciato un atteggiamento “irresponsabile” degli americani. “Hanno dato carta bianca a Kiev” e “non stanno facendo niente per fermare le pericolose azioni provocatorie dei loro servitori” ha tuonato. E poi ha affermato che “per gli Stati Uniti ci sarà sicuramente un prezzo da pagare“.

Gli Usa hanno messo in chiaro che l’Ucraina può usare i missili americani per colpire il territorio russo. Ma soltanto se l’obiettivo è di contrastare l’avanzata delle truppe di Mosca nella regione di Kharkiv. La Russia teme tuttavia che Kiev utilizzi gli Himars anche per bombardare il suo sistema di difese strategiche. Negli ultimi giorni, infatti, gli ucraini hanno cercato di attaccare due radar con l’impiego di droni.

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Foto Ansa/Epa Jam Sta Rosa

G7 in Italia e vertice in Svizzera

Anche fonti del Governo americano, citate dal Washington Post, hanno manifestato inquietudine per questi attacchi. Mosca potrebbe percepirli come minacce alle proprie “capacità di deterrenza strategica“. Con il rischio che si alteri la fiducia reciproca tra gli Usa e la Russia in materia di armi nucleari. Analisti citati dal quotidiano americano hanno tra l’altro sottolineato che uno dei radar presi di mira, nella regione di Orenburg, si trovi molto lontano dall’Ucraina, ai confini sud-orientali del territorio russo europeo, e serva tra l’altro a prevenire possibili minacce dalla Cina.

La Cina ha intanto respinto le accuse del presidente ucraino Volodymyr Zelensky di “sabotare il vertice di pace” in programma a Lucerna il 15 e 16 giugno facendo pressioni su altri paesi perché non vi partecipino. Il portavoce del presidente dell’Ucraina, Sergei Nikiforov, ha confermato che Zelensky parteciperà al vertice del G7 in Italia – dal 13 al 15 giugno a Borgo Egnazia (Brindisi) – di persona oppure online.

La Casa Bianca ha dal canto suo ufficializzato il forfait di Biden in Svizzera. Washington invierà comunque una delegazione di peso guidata dalla vice presidente Kamala Harris e dal consigliere alla Sicurezza nazionale Jake Sullivan. Le autorità ucraine hanno intanto riferito di tre persone uccise, tra cui un bambino di 12 anni, e tre ferite in nuovi bombardamenti russi nelle ultime 24 ore, nella regione di Donetsk e in quella di Kharkiv.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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