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Festa della Repubblica, Mattarella: “Costituzione saggia, l’Italia è con i popoli che combattono per la libertà”

Il 2 giugno di 78 anni fa, nell'Italia distrutta dalla guerra, nacque il regime democratico. Al referendum votarono più donne che uomini

Si celebra oggi 2 giugno la festa della Repubblica italiana nata dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel nostro Paese distrutto dal conflitto voluto anche dal regime fascista di Benito Mussolini. È il 78°anniversario e il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, insieme con le alte cariche dello Stato, ha deposto una corona d’alloro all’Altare della Patria a Roma. Si è quindi recato ai Fori Imperiali per assistere alla parata militare.

Presenti a piazza Venezia la premier Giorgia Meloni con i presidenti di Senato e Camera, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, e il il ministro della Difesa Guido Crosetto. Fra gli intervenuti, anche il ministro degli Esteri, Antoni Tajani, e quello della Giustizia, Carlo Nordio. Lo spettacolo delle Frecce tricolori ha accompagnato la cerimonia: la squadra aerea acrobatica ha sorvolato Roma transitando sopra l’Altare della Patria. “Celebrare i 78 anni della nascita della Repubblica italiana richiama i valori della nostra identità” ha dichiarato Sergio Mattarella nel messaggio al capo di stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone.

Festa Repubblica 2 giugno 2024
Foto Ansa/Claudio Peri

La Repubblica e la Costituzione

I valori che, ha sottolineato il presidente della Repubblica, sono quelli di “una Costituzione lungimirante e saggia. Frutto della straordinaria rinascita che prese le mosse dalla lotta di Liberazione. Indipendenza e libertà sono conquiste che vanno difese ogni giorno, in comunione di intenti e con la capacità di cooperare per il bene comune. I Padri della Patria erano consapevoli dei rischi e dei limiti della chiusura negli ambiti nazionali e sognavano una Italia aperta all’Europa. Vicina ai popoli che ovunque nel mondo stessero combattendo per le proprie libertà“.

L’Italia e la pace

Il capo dello Stato ha quindi fatto riferimento “al nostro contributo – e in esso delle Forze armate – alla causa della pace e della stabilità internazionali“. Oggi più che mai “prezioso nell’odierna situazione caratterizzata da devastazioni e aggressioni alle popolazioni civili in Europa e in Medio Oriente“. “La Repubblica è grata alle donne e agli uomini delle Forze Armate per i compiti assolti negli impegnativi teatri operativi ove sono chiamati ad operare. Nell’ambito delle missioni delle Nazioni Unite, di quelle frutto della solidarietà fra i Paesi dell’Alleanza atlantica, delle decisioni alle quali abbiamo concorso in sede di Unione europea“.

La garanzia della civile convivenza, lo sviluppo e il perseguimento della giustizia internazionale sanno di poter contare sulla cornice di sicurezza offerta dalle Forze armate. Nel fare memoria di quanti hanno perso la vita a difesa dei valori della nostra comunità rivolgo il mio deferente pensiero ai caduti che hanno contribuito a rendere l’Italia un Paese unito. E una nazione libera e democratica. In questo giorno di festa – ha concluso Mattarella – giunga a tutti gli appartenenti alle Forze armate l’apprezzamento del popolo italiano per il servizio svolto e l’augurio più cordiale“.

Repubblica Italia Festa 2 giugno
Foto Ansa, 3 giugno 1946

Cosa accadde il 2 giugno 1946

Come detto la festa della Repubblica cade il 2 giugno perché in quel giorno del 1946 si svolse il referendum sulla forma istituzionale dello Stato che, con il voto popolare, portò alla nascita della Repubblica. Gli italiani – e per la prima volta le italiane – votarono per “scegliere tra Repubblica e Monarchia e per eleggere i deputati dell’Assemblea Costituente”. L’Assemblea ebbe il compito di redigere “la nuova carta costituzionale”, si legge sul sito del Quirinale.

Furono più le donne che gli uomini a votare: 12,9 milioni contro 11,9 milioni. L’affluenza al voto fu altissima. Nel 1946 gli aventi diritto al voto erano 28 milioni. I votanti furono quasi 25 milioni: l’89%. Furono 12,7 milioni – pari al 54,2% – i voti a favore della Repubblica, e 10,7 milioni (pari al 45,7%) quelli a favore della Monarchia. Il passaggio da Monarchia a Repubblica avvenne in un clima di tensione. Ci furono polemiche sulla regolarità del referendum, accuse di brogli, polemiche sulla stampa. Così come ricorsi e reclami. Il 18 giugno 1946 la Corte di Cassazione proclamò ufficialmente la nascita della Repubblica Italiana.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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