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La confessione dell’ex Inter Guarin: “Sono alcolizzato, ho sfiorato la morte”

Fredy Guarin, all'Inter fra il 2012 e il 2016, racconta di aver perso tutto. Pochi gli amici che gli sono rimasti accanto. Fra essi alcuni compagni nerazzurri

L’ex centrocampista colombiano dell’Inter, Fredy Guarin, ha rivelato in un’intervista alla Semana, una rivista del suo paese, il suo difficile presente di vita. E ha citato vari ex compagni dell’Inter che lo hanno aiutato. “Sono un alcolizzato, al cento per cento. E lo ammetto. Sono dipendente dall’alcool ma in via di guarigione” ha dichiarato.

Con queste parole Fredy Guarin ha raccontato i suoi problemi di dipendenza. L’ex centrocampista colombiano, che adesso ha 37 anni, ha giocato 4 anni all’Inter, tra il 2012 e il 2016. Ha totalizzato 141 presenze e ha segnato 22 gol, tra cui uno decisivo in un derby che l’Inter vinse contro il Milan nel settembre del 2015. Tempi lontani, che poco hanno a vedere con il Guarin di oggi.

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Fredy Guarin. Foto X @samstreetwrites

Guarin, confessione drammatica

La verità è che mi sono lasciato distrarre” ha detto Guarin al cronista che lo intervistava, nel contesto di un’intervista dai toni accorati e a tratti drammatici. “Mi sono aggrappato all’alcol, ho commesso molti errori. Ho preso decisioni sbagliate e ferito molte persone, facendo star male i miei cari e la mia famiglia“. Guarin ha poi raccontato il periodo più buio della sua vita. “Sono stato vicino alla morte perché non avevo rispetto e limiti, mi lasciavo cadere sempre di più in quell’abisso. Ho bussato alle porte dell’inferno. Non misuravo i rischi da ubriaco. Sono stati momenti dolorosi. Io ho una paura tremenda di due cose: la morte e il carcere. Me lo sono anche tatuato addosso. E invece senza saperlo vivevo in un carcere condannato a morte“.

Quando ho lasciato il Millonarios è stato il punto più basso che ho toccato, perché in questi ultimi tre anni ho toccato il fondo della mia dipendenza” ha raccontato ancora Guarin entrando nei dettagli. “Non lavoravo più, avevo perso la mia dignità, la fiducia delle persone care e la cosa più importante e preziosa che ho, ovvero i miei tre figli“.

Ho perso molte cose a livello sentimentale e amoroso. È arrivato un punto in cui non potevo più continuare così” ha aggiunto. “Ho dovuto chiedere aiuto, lo avevo già fatto diverse volte, ma avevo sempre una ricaduta. Ho dovuto arrendermi e chiedere aiuto ad alcuni professionisti con cui sto lavorando per poter rimediare a tante cose che non erano state fatte bene“. “Ho dovuto riacquistare la fiducia in me, quella dei miei figli e dei miei parenti” ha continuato Fredy Guarin. “Accettarmi e proiettarmi nel futuro era la cosa principale da fare“.

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Fredy Guarin oggi. Foto X @vanguardiacom

Chi gli è stato vicino dell’Inter

Ma è in quei momenti, così carichi di tormento e sofferenza che infliggeva agli altri e a se stesso, che l’ex giocatore dell’Inter non è rimasto del tutto solo. Non gli è mancato, in particolare, l’appoggio di alcuni ex compagni nerazzurri dei tempi d’oro. “So chi c’era nei miei momenti peggiori. Mi sono stati vicini Falcao, James Rodriguez, Quintero, Ospina, Cuadrado, Zanetti, Córdoba. Loro c’erano in quei momenti bui, erano disponibili per aiutarmi. Altri, senza dire una parola, sono spariti. Non erano amici“.

Un periodo molto difficile, da cui Guarin spera adesso di essere quasi del tutto uscito. Tanto da desiderare di tornare nuovamente a giocare come un calciatore professionista, sia pure non lontano ormai dai 40 anni. “Non mi sono mai ritirato ufficialmente. Voglio tornare a giocare a livello professionistico, il mio sogno è chiudere la carriera con dignità“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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