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Redditometro, il Governo lo ha ripristinato. Bagarre in Forza Italia

Il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale è a firma del viceministro Leo, ma il suo stesso partito è tutt'altro che soddisfatto

Torna il redditometro dopo 6 anni che era stato abolito: il Fisco mettere di nuovo sotto la lente le capacità di spesa dei contribuenti per risalire ai loro redditi. Si va dalle spese per l’auto a quelle per la casa, dal costo delle utenze a quelle per il possesso di barche. Il redditometro è uno strumento che l’Erario utilizza per risalire al reddito presunto dei contribuenti-persone fisiche. Sospeso nel 2018, adesso è operativo in base a un decreto del Governo Meloni che lo riattiva a partire dai redditi 2016.

Il provvedimento indica “le informazioni utilizzabili per determinare gli elementi indicativi di capacità contributiva presenti negli archivi in possesso dell’amministrazione finanziaria“. Si procederà alla “determinazione sintetica del reddito sulla base sia delle spese presuntivamente attribuibili al contribuente“. Per il redditometro il decreto indica 11 tipologie per i nuclei familiari e 5 diverse aree del nostro Paese. Il Fisco prenderà inoltre in considerazione le quote di risparmio che si sono accumulate negli anni e le spese effettivamente sostenute così come risultano dall’Anagrafe tributaria.

Redditometro Italia torna in vigore
Foto Ansa/Franco Silvi

Il redditometro e le spese

Le spese sono distinte per gruppi e categorie di consumi del nucleo familiare di appartenenza del contribuente si spiega nel testo che reintroduce il redditometro. Spese che “si desumono dall’indagine annuale sulle spese delle famiglie compresa nel Programma statistico nazionale. Effettuata su campioni significativi di contribuenti appartenenti a 11 tipologie di nuclei familiari, distribuite nelle 5 aree territoriali in cui è suddiviso il territorio nazionale“.

Si considerano “sostenute dal contribuente, le spese effettuate dal coniuge e dai familiari fiscalmente a carico“. Viceversa: “non si considerano sostenute dalla persona fisica le spese per i beni e servizi se gli stessi sono relativi esclusivamente ed effettivamente all’attività di impresa“. I contribuenti dal canto loro avranno facoltà di dimostrare: che il finanziamento delle spese è avvenuto con redditi diversi da quelli posseduti nel periodo d’imposta.

Ovvero con redditi esenti o soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta. O comunque legalmente esclusi dalla formazione della base imponibile, ovvero da parte di soggetti diversi dal contribuente. Si potrà anche eccepire che le spese attribuite hanno un diverso ammontare e che la quota del risparmio utilizzata per consumi e investimenti si è formata nel corso degli anni precedenti.

Viceministro Leo Economia redditometro
Maurizio Leo. Foto Ansa/Fabi Frustaci

Forza Italia in rivolta

Il provvedimento sul redditometro, firmato dal viceministro forzista dell’Economia, Maurizio Leo, ha gettato nel panico Forza Italia. “Siamo sempre stati contrari” a tale misura, rispondono fonti del partito del vicepremier Tajani. Tra gli azzurri trapela perplessità sulla misura. Misura che, spiegano le stesse fonti, “confliggerebbe con il provvedimento del concordato preventivo contenuto nella delega fiscale“.

La replica di Leo non si è fatta attendere. “Il Centrodestra è sempre stato contrario al meccanismo del redditometro introdotto nel 2015 dal Governo Renzi ha dichiarato in una nota. “Il decreto ministeriale pubblicato in questi giorni in Gazzetta mette finalmente dei limiti al potere discrezionale dell’amministrazione finanziaria di attuare l’accertamento sintetico. Ovvero la possibilità del fisco di contestare al contribuente incongruenze fra acquisti, tenore di vita e reddito dichiarato. Potere previsto dall’ordinamento tributario fin dal 1973“.

Il redditometro? “Non credo sia una svolta epocale. Solo un aggiornamento di alcuni parametri. Non annacqua né intacca la riforma fiscale né l’atteggiamento del governo Meloni. Certo, è un parametro che esiste e lo si deve aggiornare. Ed è anche una risposta a chi dice che non ci occupiamo di evasione fiscale“. Così Marco Osnato, di FdI, presidente della Commissione Finanze della Camera. “Forse fa scalpore perché siamo in campagna elettorale” ha chiosato l’esponente del partito della premier Meloni.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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