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Papa Francesco, giro di vite su presunti miracoli e apparizioni

La vicenda in odor di truffa della cosiddetta veggente di Trevignano è una delle gocce che hanno fatto traboccare il vaso

Papa Francesco, pontefice cattolico da 11 anni, non sta solo portando avanti una riforma delle strutture della Chiesa, a cominciare dalla Curia della Santa Sede. Egli è più ambizioso e vuole imprimere una svolta all’approccio spirituale delle persone. Al modo in cui i credenti si accostano alla religione. Anche per proteggerli da malfattori e truffatori, quelli che in termini biblici si direbbero i “falsi profeti”.

Fedele ai principi di rinnovamento del Concilio Vaticano II, che al centro del cattolicesimo pone la Parola di Dio, cioè la Bibbia come messaggio di Dio all’uomo, piuttosto che gli eventi soprannaturali straordinari e inspiegabili, e perciò attribuibili alla divinità, Francesco fa ora scattare un giro di vite sulle presunte apparizioni e i cosiddetti “miracoli. Fermo restando che la Chiesa ufficialmente riconosce le apparizioni di un secolo fa della Madonna a Fatima in Portogallo, ad esempio. Oppure alcune delle prime apparizioni mariane a Medjugorje negli Anni Ottanta (ma non tutte fino a oggi, e la questione è molto controversa). O anche i miracoli che i candidati alla santità devono aver compiuto per poter essere elevati agli altari. Ecco, detto tutto ciò, per il resto papa Francesco intende dare un taglio netto.

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Foto Ansa/Riccardo Antimiani

Il Papa e gli eventi soprannaturali

È così che il Dicastero della Dottrina della Fede ha emanato un documento, controfirmato dal Papa, in cui restringe e quasi annulla le possibilità di intervento nel campo della “soprannaturalità” dei fenomeni. Né il vescovo locale né il Vaticano potranno più emanare “una dichiarazione circa la soprannaturalità del fenomeno“, cioè “la possibilità di affermare con certezza morale che esso proviene da una decisione di Dio“. Al massimo potrà esserci “la concessione di un Nihil obstat“. La dichiarazione di soprannaturalità spetta solo al Papa e “in via del tutto eccezionale“.

Altro aspetto delle nuove norme – che cambiano le regole fissate nel lontano 1978 – è che il Dicastero della Dottrina della Fede assume una maggiore responsabilità. “Da una parte, resta fermo che il discernimento è compito del vescovo diocesano. Dall’altra, dovendo riconoscere che, oggi più che mai, questi fenomeni coinvolgono molte persone che appartengono ad altre diocesi e si diffondono rapidamente in diverse regioni e Paesi, le nuove Norme stabiliscono che il Dicastero deve essere consultato e intervenire sempre per dare un’approvazione finale a quanto deciso dal vescovo. Prima che quest’ultimo faccia pubblica una determinazione su un evento di presunta origine soprannaturale“.

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Foto X @RonyVernet

Sei possibilità per la Chiesa

Fino a oggi la decisione, anche la prima affidata al vescovo locale, era tra due opzioni: “constat de non supernaturalitate” o “constat de soprannaturalitate“. Ma dal 1950 con questa possibilità di scelta ristretta si sono risolti ufficialmente non più di 6 casi, anche se i fenomeni sono cresciuti. Da oggi diventano sei, quindi con diverse sfumature, le possibili pronunce della Chiesa su presunte apparizioni o presunti miracoli.

Ossia: “Nihil obstat”, nulla osta, “Prae oculis habeatur“, confusione e rischi, “Curatur“, significativi elementi critici, “Sub mandato“, con cui si esprimono dubbi sulle persone che fanno un uso improprio del fenomeno. “Prohibetur et obstruatur“, criticità e rischi gravi, “Declaratio de non supernaturalitate“, con la quale si dichiara la non soprannaturalità. L’opzione della dichiarazione di soprannaturalità non è neanche nell’elenco perché è una pronuncia “eccezionale che spetta solo al Papa.

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Centinaia di persone hanno seguito per lungo tempo le presunte apparizioni della Madonna alla veggente di Trevignano (Roma), su cui la magistratura ha aperto un inchiesta ipotizzando truffe e malversazioni. Foto Ansa/Giulia Marrazzo

“Mi riferisco, ad esempio – afferma il cardinale Victor Manuel Fernandeza un uso di simili fenomeni per trarre lucro, potere, fama, notorietà sociale, interesse personale. Che può arrivare persino alla possibilità di compiere atti gravemente immorali o addirittura come mezzo o pretesto per esercitare un dominio sulle persone o compiere degli abusi“.

Le false apparizioni di Trevignano

Il Vaticano, e con esso il Papa, mettono in guardia anche contro “la possibilità di errori dottrinali, di indebiti riduzionismi nella proposta del messaggio del Vangelo, la diffusione di uno spirito settario, ecc. Da ultimo, esiste pure la possibilità che i fedeli siano trascinati dietro a un evento, attribuito a un’iniziativa divina, ma che è soltanto frutto della fantasia, del desiderio di novità, della mitomania o della tendenza alla falsificazione di qualcuno“.

Lo scorso 6 marzo il vescovo di Civita Castellana (Viterbo), Marco Salvi, ha dichiarato lanon soprannaturalità” delle presunte apparizioni della Madonna a Trevignano (sul lago di Bracciano, in provincia di Roma). Da anni la ‘veggente’ Gisella Cardia afferma di vederla. Ma la magistratura sta indagando dopo la denuncia di chi si è detto truffato a seguito di donazioni benefiche per migliaia di euro sparite nel nulla.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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