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Raisi è morto, precipita l’elicottero su cui viaggiava il presidente dell’Iran

Il protetto dell'Ayatollah Ali Khamenei rientrava con il suo seguito dall'inaugurazione di una diga al confine con l'Azerbaigian

Iran in lutto: il presidente Ebrahim Raisi è morto nell’incidente che ha coinvolto l’elicottero sul quale viaggiava insieme al suo entourage la sera del 19 maggio. La conferma, dopo ore di ricerche, è arrivata dalla Mezzaluna Rossa iraniana. Raisi aveva partecipato all’inaugurazione di una diga sul fiume Aras. Con lui il ministro degli Esteri Hossein Amirabdollahian, il governatore della provincia iraniana dell’Azerbaigian orientale e altri funzionari e guardie del corpo a bordo del velivolo. A un certo punto del viaggio di ritorno l’elicottero si è schiantato, probabilmente non solo a causa del maltempo ma anche della vetustà del velivolo.

Il capo della Mezzaluna Rossa iraniana, Pir Hossein Kolivand, ha spiegato che si sono svolte ore di ricerche da parte delle squadre di soccorso. “Quando si è scoperta la posizione dell’elicottero precipitato non è stata trovata alcuna traccia di passeggeri vivi“. Il relitto del velivolo, secondo quanto riferito dal Kolivand, era sulla strada per il villaggio di Khoilar-Kalam. Le squadre di ricerca hanno trovato parti della deriva di coda e della pala del velivolo su una collina.

Raisi morte presidente Iran
Ebrahim Raisi. Foto Ansa/Epa/Ufficio presidenziale iraniano

Tutto prosegue come prima

Successivamente, a confermare la notizia della morte di Raisi è stata anche dalla tv di Stato iraniana, che ha definito il presidentemartire del servizio“. Luogo e data della cerimonia funebre non ci sono ancora. I corpi di Raisi e delle persone del suo seguito sono stati recuperati e trasferiti a Tabriz, nell’Iran nordoccidentale, non lontano dal luogo del disastro aereo.

In un comunicato, il Governo della repubblica islamica ha quindi specificato che la morte di Raisi non causerà “il minimo turbamento nell’amministrazione” dello Stato. “Il presidente del popolo iraniano, laborioso e instancabile, ha sacrificato la sua vita per la nazione“, si sottolinea nella nota. “Assicuriamo alla nazione leale che, con l`aiuto di Dio e il sostegno del popolo, non ci sarà il minimo turbamento dell’amministrazione del Paese“.

L’elicottero che trasportava Raisi era molto probabilmente un Bell 212, operativo dalla fine degli Anni Sessanta del secolo scorso. Il Bell 212 è stato prodotto prima negli Stati Uniti e poi in Canada, e l’Iran ne aveva acquistati alcuni esemplari usati dalle forze armate statunitensi nel 1976. All’incidente, oltre al maltempo, potrebbero aver contribuito le difficoltà dell’Iran nel reperire componenti di ricambio a causa delle sanzioni.

Raisi Iran rottami elicottero
I rottami dell’elicottero che trasportava il presidente iraniano Ebrahim Raisi nella zona montuosa di Varzaghan. Foto Ansa/Epa/Tv di Stato iraniana

Chi era Ebrahim Raisi

Il defunto presidente dell’Iran, Ebrahim Raisi, aveva 63 anni e vinse le elezioni presidenziali nel suo paese nel 2021. Il voto registrò in quell’occasione, l’affluenza più bassa nella storia della Repubblica islamica. Figura intransigente, in passato a capo della magistratura iraniana, lo si considerava un protetto della Guida suprema, l’Ayatollah Ali Khamenei. Alcuni analisti hanno ipotizzato che avrebbe potuto realisticamente sostituire il leader 85enne dopo la sua morte o le sue dimissioni dal ruolo più elevato della Repubblica teocratica islamica.

Sotto Raisi l’Iran ha arricchito l’uranio a livelli quasi nucleari e ha ostacolato le ispezioni internazionali. Il paese ha rafforzato i legami con la Cina e si ritiene che abbia armato la Russia nella sua guerra contro l’Ucraina. Oltre a lanciare un massiccio attacco con droni e missili contro Israele nel contesto della sua guerra contro Hamas nella Striscia di Gaza, appena poche settimane fa. L’Iran di Raisi ha inoltre continuato ad armare ‘per procura’ gruppi paramilitari in Medio Oriente: in particolare i ribelli Houthi dello Yemen e la milizia Hezbollah del Libano.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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