NewsPrimo piano

Ucraina: a che gioco sta giocando la NATO?

L'Inghilterra e la Francia accelerano l'escalation con Mosca, ma Putin aveva firmato nel 2022 un accordo.

Le tensioni fra la NATO e la Russia tornano a preoccupare gli esperti. La situazione in Ucraina infatti, che vede l’esercito di Mosca ormai prossimo ad una vittoria certa. Stanno accelerando un processo di escalation sopratutto fra la Francia e la Gran Bretagna, nei confronti del Cremlino.   

Nei giorni scorsi infatti il ministro degli Esteri inglese, Cameron, ha dichiarato che l’Ucraina è oggi in grado di colpire il territorio russo in profondità grazie alle armi fornite dalla Gran Bretagna. La Russia in risposta ha ufficialmente minacciato la Gran Bretagna del rischio di attacchi sul suo territorio o su basi inglesi in Ucraina, in caso di attacchi ucraini sul suo territorio eseguiti con missili britannici. Ma anche da parte del presidente francese Macron, non arrivano segnali di distensione: visto che sollecita gli europei a mandare truppe al fronte. A rendere ancora più allarmante la situazione, il presidente Putin ha recentemente dato ordine ai propri soldati di condurre esercitazioni per il possibile lancio di armi atomiche tattiche in Ucraina. Che “gioco” sta giocando la NATO? Quando solo due anni fa l’Ucraina e la Russia avevano trovato un accordo di pace?

Soldati russi/ FOTO ANSA

L’accordo fra Russia e Ucraina a Istanbul: le concessioni di Putin ed i freni degli alleati

Questo pericolosissimo botta e risposta, fra la NATO e la Russia evidenzia un’ennesima volta l’assurdità di questo conflitto, essendo Mosca una superpotenza atomica. I diktat di Washington e di Londra dunque, che sono i principali responsabili del mancato accordo fra Zelensky e Putin, che avevano trovato le condizioni per un cessate il fuco nell’aprile del 2022 a Instanbul. Rischiano di scatenare il peggio. Come è stato ampiamente documentato dalle più importanti testate internazionali infatti, tra marzo e aprile del 2022, in realtà Russia e Ucraina avevano trovato un accordo. Che stabiliva: la piena neutralità dell’Ucraina dalla NATO, la riduzione dell’esercito e dell’arsenale militare ucraino, il divieto per Kiev di produrre la bomba atomica. E prevedeva come possibili garanti dell’intesa: l’Italia, la Turchia, la Germania, Israele, il Canada e infine la Polonia.

NATO/ FOTO ANSA

Il testo era in gran parte redatto dagli ucraini e all’epoca fu provvisoriamente accettato dalla delegazione russa come base per un trattato. Le concessioni fatte da Putin sarebbero oggi impensabili. Come riporta il Foreign Affairs infatti, il presidente russo concedeva all’Ucraina la vicinanza all’UE, e si impegnava addirittura a risolvere pacificamente entro 15 anni la questione dell’isola di Crimea. Sul perché questo testo non vide la luce vi sono varie tesi, ma l’unica cosa certa è che a stracciarlo fu Zelensky e non Putin. Molto probabilmente furono le pressioni di Washington e Londra a far desistere il presidente ucraino. Convinto dai propri alleati che la vittoria militare fosse possibile. Un’altra ipotesi è quella che vedrebbe l’Ucraina porre come condizio sine qua non, l’obbligo di intervento statunitense in caso di un futuro attacco russo. Un obbligo che Washington si sarebbe rifiutato di siglare. Cambiando gli addendi però il risultato non cambia: la responsabilità occidentale su Kiev è massima.

Una guerra suicida per l’Europa: le priorità di Biden vs l’atomica di Mosca

Ma il conflitto ucraino rappresenta una missione suicida per la NATO. Se allora era altamente improbabile che l’Ucraina potesse battere militarmente la Russia, è oggi impossibile che questo accada. Come è fuori da ogni raziocinio che la NATO possa intervenire direttamente nel conflitto, perché questo sancirebbe istantaneamente la “Terza Guerra Mondiale”. Ad oggi ad ogni tentativo occidentale di elevare la tecnologia dell’arsenale militare ucraino, Putin può rispondere in ogni istante con l’invio di armi atomiche, che spazzerebbero via Kiev. Questo circolo vizioso sancisce di fatto la sconfitta ucraina e il gigantesco errore di calcolo dell’Europa, che non ha mai avuto un ruolo politico nella ricerca di una pace fra Kiev e Mosca. Ma ha soltanto seguito le linee guida giunte via via da Washington.

Devastazione in Ucraina/ FOTO ANSA

Adesso, data l’importanza per l’amministrazione Biden di non perdere la guerra prima delle elezioni di Novembre, assistiamo al tentativo da parte dei Paesi occidentali di spaventare il nemico alzando il tiro. Fornendo Kiev di missili a lunga gittata. Ma per quanto ancora può durare questo “gioco”? Quanti ucraini e russi ancora dovranno ancora morire? Inevitabilmente la Russia risponderà colpo per colpo. Come conferma una nota del ministero degli Esteri di Mosca che evidenzia come «stanno crescendo le aspirazioni aggressive dei Paesi della Nato a minare la sicurezza della Federazione Russa». E prosegue avvertendo che «a questo proposito, vorremmo ricordare che garantire la protezione della sovranità della Russia è la massima priorità della politica di sicurezza militare della Russia, compresi gli aspetti relativi alla deterrenza nucleare».

Chiara Cavaliere

Attualità, Spettacolo e Approfondimenti

Siciliana trapiantata nella Capitale, dopo la maturità classica ha coltivato la passione per le scienze umane laureandosi in Scienze Politiche alla Luiss Guido Carli. Senza mai abbandonare il sogno della recitazione per cui ha collaborato con le più importanti produzioni cinematografiche italiane tra cui Lux Vide, Lotus e Italian International Film.
Si occupa di attualità e degli approfondimenti culturali e sociali di MAG Life, con incursioni video. Parla fluentemente inglese e spagnolo; la scrittura è la sua forma di attivismo sociale. Il suo mito? Oriana Fallaci.

Pulsante per tornare all'inizio