NewsPrimo piano

Università degli Usa, studenti in rivolta per Gaza: centinaia di arresti [FOTO E VIDEO]

Cortei e sit-in ma anche occupazioni e accampamenti nei campus in almeno 16 atenei da New York al Colorado e dal New Jersey al Texas

Da due settimane le Università degli Stati Uniti, a cominciare dalla Columbia University di New York, sono sottosopra. Manifestazioni, cortei, sit-in e occupazioni degli studenti per chiedere la fine della guerra di Israele a Gaza e una “Palestina libera” stanno richiamando l’attenzione dell’opinione pubblica e della politica. Proprio alla Columbia, la sera del 30 aprile, la polizia ha fatto irruzione negli edifici occupati attraverso una scala mobile come quella dei pompieri. E ha tratto in arresto decine di manifestanti.    

La polizia è entrata da una finestra al secondo piano di un edificio dopo che dalla Columbia sarebbe partita una richiesta di intervento. Era il segnale che gli agenti attendevano dopo aver circondato il campus universitario. L’obiettivo è stato quello di sgomberare la Hamilton Hall occupata dagli studenti filo-palestinesi che hanno bloccato l’accesso alla struttura dalle prime ore del mattino del 30 aprile.

Polizia irruzione Università Columbia Usa
La polizia di New York sulla rampa per fare irruzione alla Hamilton Hall della Columbia University il 30 aprile. Foto Ansa/Epa Stephani Spindel

Clima molto teso nelle Università

Ci rammarichiamo che i manifestanti abbiano scelto di aggravare la situazione attraverso le loro azioni” ha dichiarato alla tv Cnn un portavoce della polizia di New York. “Dopo che l’Università ha appreso durante la notte che Hamilton Hall era stata occupata, vandalizzata e bloccata, non ci è rimasta altra scelta” ha riferito. “Il personale di pubblica sicurezza della Columbia – ha proseguito – ha dovuto lasciare l’edificio e un membro del nostro team addetto alle strutture è stato minacciato. Non metteremo a rischio la sicurezza della nostra comunità per un’ulteriore escalation“. Tuttavia le scene che si possono vedere dai video in circolazione sui social media mostrano anche la violenza della polizia alla Columbia e in altri atenei in questi giorni.

Il caso del professor Tamari

Un accanimento contro studenti e professori inermi che spesso appare del tutto ingiustificato. In un filmato che riproduciamo sotto, postato sul suo account X da Prem Thakker, reporter di The Intercept, si vedono “agenti della Washington University St. Louis che picchiano un professore. Lo sbattono a terra e trascinano il suo corpo inerte. Secondo quanto riferito, il professore di storia della Southern Illinois University Edwardsville, Steve Tamari, è ricoverato in ospedale con costole rotte e una mano rotta. Un medico gli ha detto che è fortunato a essere vivo“.

La webzine The Intercept costituisce una nuova tipologia di media statunitense. Compie 10 anni quest’anno e stando alla sua voce su Wikipedia si prefigge di realizzare “un giornalismo aggressivo e indipendente su temi come la segretezza, gli abusi della giustizia, le violazioni delle libertà civili“. Ma anche “la condotta dei media, le diseguaglianze sociali, le varie forme di corruzione finanziaria o politicanegli Stati Unti e non solo.

Columbia, epicentro della rivolta

Tornando all’irruzione della polizia alla Columbia University, la Cnn riferisce di manifestanti ammanettati e fatti salire su bus. Gli agenti sono entrati dopo una richiesta di intervento da parte dell’Università, intorno alle 21.30 del 30 aprile. La Columbia, prestigiosa università di Manhattan, è stata l’epicentro di un movimento nazionale negli Stati Uniti a sostegno della causa palestinese e contro la guerra di Israele nella Striscia di Gaza. Fra le ragioni della protesta il ‘no’ all’invio di armi dagli Usa a Israele per combattere. Gli studenti chiedono inoltre agli atenei di interrompere le collaborazioni scientifiche con aziende e istituzioni israeliane.

Sul loro account Instagram, i manifestanti del gruppo filo-palestinese Columbia University Apartheid Divest hanno denunciato l’irruzione delle forze dell’ordine nel campus per allontanarli dalla Hamilton Hall. Una sede che gli studenti hanno ribattezzato “Hind’s Hall” in omaggio a una bambina di 6 anni uccisa a Gaza. Il portavoce della Columbia, Ben Chang, nelle ore precedenti aveva minacciato di espellere gli studenti accusandoli di aver vandalizzato e bloccato l’accesso all’edificio.

Università America proteste Palestina Gaza
Un accampamento di tende filo-palestinesi per studenti allo Sproul Hall, l’edificio amministrativo nel campus dell’Università della California a Berkeley. Foto Ansa/Epa John G. Mabanglo

Proteste in molti atenei degli Usa

Le proteste degli studenti non sono ristrette solo alla Columbia ma hanno riguardato anche altre Università, ognuna delle quali ha adottato strategie diverse verso gli studenti accampati a sostegno della causa palestinese. Alcuni istituti come Yale e Brown, ricorda la Cnn, hanno sgomberato gli accampamenti nei campus. Altre si sono ritrovate nel caos. La polizia ha arrestato quasi 200 manifestanti alla Northeastern University di Boston, all’Arizona State University e all’Indiana University, per le proteste pro-Gaza.

Dal 18 aprile sono più di 700 le persone che le forze dell’ordine hanno fermato nei campus americani. Occupazioni, accampamenti, cortei stanno alzando il livello di tensione e di scontro con la polizia mentre i vertici universitari sono sempre più in difficoltà. In molti casi gli studenti, che si sono consegnati senza opporre resistenza, sono stati rilasciati. Al momento le forme di protesta più intense riguardano 16 atenei: dall’Università del Colorado a quella di Austin (Texas), e da Emory (Georgia) a Princeton (New Jersey).

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio