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Margherita Vicario presenta “Gloria!”: come abbiamo fatto a stare senza

La cantautrice e attrice si misura dietro la macchina da presa per la prima volta

Arriva in sala il debutto alla regia di Margherita Vicario. La cantante e attrice, con Gloria!, ha portato sul grande schermo una vicenda ambientata in un convento femminile di musiciste dimenticate dalla Storia e un mazzo di chiavi, che altro non è, l’inizio di un sussurro corale alla contemplazione della propria identità.

Parto dai titoli di coda, e non per spoilerare, ma per narrare la sensazione che sia ha dopo aver visto Gloria!. Gioia, allegria e quell’inspiegabile voglia di fare musica anche se non si è musicisti. C’è la voglia di cambiare le cose. E perché no, anche di percorrere strade diverse da quelle a cui sembravamo predestinati.

Margherita Vicario presenta "Gloria!"
Margherita Vicario presenta “Gloria”. Crediti photo: Davide D’Ambra – velvetmag

Rompere le regole, spesso, dà alla propria identità, vocazione, al proprio desiderio la possibilità di espandersi e farsi largo e di sentirsi davvero liberi di essere. Gloria! narra proprio questo! Una narrazione di fantasia, ma che ha radici di una storia vera ambientata nella Venezia di fine Settecento. Margherita Vicario ci racconta di Teresa, una giovane dal talento musicale visionario che insieme alle compagne musiciste dell’orfanotrofio, il Sant’Ignazio, scavalca i secoli inventando melodie “ribelli”.

L’atmosfera che si vive all’interno del collegio femminile è rigida. Fatto di grate, giardini che ricordano le vergini suicide (Il giardino delle vergini suicide, film del 1999 scritto e diretto da Sofia Coppola, n.d.r.) e le luci e le ombre che evocano atmosfere risalenti ai dipinti di Caravaggio. Gloria! ha un suono. E’ un titolo squillante che nasce nasce dal Gloria di Vivaldi. Non a caso, dalle ricerche fatte dalla regista, la stessa Vicario trova la storia che si cela dietro all’Ospedale della Pietà, luogo nonché palestra del medesimo compositore e violinista, chiamato il prete rosso. Nonostante la formazione d’eccellenza, queste ragazze non potevano fare della musica la propria professione e potevano ambire solo ad un buon matrimonio, oppure a suonare a vita per la Gloria di Dio.

Margherita Vicario in esclusiva a VelvetMAG racconta Gloria!

Il Sant’Ignazio è un luogo dominato da uomini di Chiesa e di musica, dove tra i corridoi e le stanze rigorosamente chiuse da porte pesanti, esplode un gruppo di donne musiciste raccolte intorno a Teresa e a quel pianoforte che è elemento cardine della storia e collante fra le protagoniste del film. La scoperta del medesimo strumento musicale abbandonato in cantina, coincide con la visita imminente di Papa Pio VII. E quella sensazione di ribellione la si percepisce esattamente quando lo stesso pianoforte, agli occhi di Bettina, Lucia, Prudenza, Marietta e, appunto, Teresa, appare come una tentazione peccaminosa, ma anche una possibilità di riscatto e di riuscire a “decantare” se stesse.

Gloria! al cinema
Gloria! al cinema. Crediti: Courtesy of Press Office – velvetmag

«Ribellione. Un concetto di fondo che dice un po’ che ognuno almeno, a livello artistico, dovrebbe essere libero di fare quello che vuole, di esprimere se stesso. A quell’epoca, comunque lo era molto, molto meno» ci spiega Margherita Vicario, intervistata in esclusiva da VelvetMAG. Chissà quanta creatività soffocata tra quelle mura degli ospedali. E quanta fantasia andata persa, ma che con Margherita Vicario nel suo Gloria! ha un po’ riportato ai giorni nostri con l’eco di quei suoni e di quelle voci dimenticate dalla stessa Storia. Sono anche tempi in cui nel cinema italiano ricorre spesso il tema della sorellanza, presente anche in questo film.

Gloria!
Gloria!. Crediti: Courtesy of Press Office – velvetmag

E’ un tema molto forte, e la mia domanda a Margherita Vicario è stata diretta: Ci credi alla sorellanza?. «Assolutamente sì. Io ci vivo, ci campo, mi tiene in piedi. Avanzare in gruppo è meglio che avanzare da soli». Una realtà tangibile più che un sentire, dove Margherita Vicario l’ha vissuta anche dietro le quinte del suo film: «Io avevo un’idea di fondo che era molto precisa e non l’ho mai abbandonata.

E’ anche vero che ha trovato forma attraverso il lavoro degli altri e soprattutto, quello che ho capito, è che si può avere un’idea precisa di quello che si vuole fare, però non si riuscirà mai a realizzarla se dall’altra parte non c’è un ascolto vero. In quello sono stata fortunata! – aggiunge la regista – Ho avuto degli interlocutori partendo da Gianluca Palma il direttore della fotografia, Mary Montalto la costumista, Massimo Appolloni casting director con i quali, forse, sono stata brava a spiegarmi, ma il merito va a loro che mi hanno ascoltato non solo con le orecchie ma con tutta la loro fantasia. In ogni reparto c’è una grossa dose di creatività e responsabilità. E ovvio che se tu hai dei collaboratori che fanno il meglio, ne gioverà la tua storia. Ed è andata così in questo film».

Gloria! non è solo una realtà socio-culturale realmente esistita

Con garbo feroce ti lasci trascinare dall’arrangiamento orchestrale fatto sul brano Pincio riproposto nel film. E’ quasi, se non totalmente impossibile, non continuare a ballare dopo quei già citati titoli di coda di Gloria!.  E se nella mia testa continua a risuonare quel brano che anni fa Margherita Vicario cantava proprio sull’omonima terrazza romana; per la regista, il suo film ha il suono dei piedi sulla gaia di quando era piccola: «Sono difatti cresciuta in un paesino medievale con 150 abitanti e forse c’è anche molto di Gloria! nella mia infanzia. E poi, aggiungerei anche il rumore di uno stormo di uccelli che passa e lo guardi e dici “mamma che belle forme!” ma ne senti anche il suono».

Gloria!, Teresa è una delle protagoniste del film
Gloria!, Teresa è una delle protagoniste del film. Crediti: Courtesy of Press Office – velvetmag

Nonostante il contesto storico e al fatto che il film sia ispirato ad una situazione socio culturale realmente esistita, Gloria! ha qualcosa di autobiografico?
Sì, sì, assolutamente! Anche se è ambientato in un tempo così lontano da me. E’ autobiografico perché a me sta molto a cuore l’idea di trovare un modo per raccontare e svelare, e anche mettere in scena quello che è la musica per me e quello che a volte sono i meccanismi creativi che sono molto intimi. Avevo questa voglia di raccontare, mettere in scena, svelare quali sono anche i processi creativi miei, che sono un’autodidatta che non ha mai studiato musica. Io mi posso rivedere per esempio in Teresa. Vedo la musica ovunque che è tra alcune cose che lei fa.

Vicario con Gloria! tour 2024: «Sarà un concerto corale»

Gloria! – una produzione tempesta con Rai Cinema, in coproduzione con tellfilm, nelle sale dall’11 aprile con 01 Distribution – non ti porta solo al cinema, ma anche in un tour. Margherita Vicario girerà l’Italia con il Gloria! tour 2024. In partenza il 7 maggio da Matera – sold out – suonerà per la prima volta dal vivo anche il nuovo brano Aria! tratto dalla colonna sonora. «Sarà metà tour con un’orchestra e metà con la mia band storica che – come dire – se il film vi è sembrato energico, allora vi consiglio di vederci dal vivo. Io sono sul palco, ma la cosa ancora più bella da vedere sono le persone che cantano le canzoni, ed è proprio un concerto corale».

Teresa Comberiati

Spettacolo, Tv & Cronaca Rosa

Calabrese, a vent’anni si trasferisce a Roma dove attualmente vive. Amante della fotografia quanto della scrittura, negli anni ha lavorato nel campo della comunicazione collaborando con diverse testate locali in qualità di fotografa e articolista durante la 71ª e 75ª Mostra Internazionale D’Arte Cinematografica. Ha già scritto il suo primo romanzo intitolato Il muscolo dell’anima. Colonna portante del blog di VelvetMAG dedicato alla cronaca rosa e alle celebrities www.velvetgossip.it, di cui redige ogni mese la Rassegna Gossip.

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