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Copenhagen, la Borsa in fiamme: crolla la guglia come a Notre-Dame

A 5 anni esatti dall'incendio che distrusse il tetto della cattedrale di Parigi, un rogo dalle cause ignote abbatte un simbolo della capitale danese

Un vasto incendio si è sviluppato nel centro storico di Copenhagen, la capitale della Danimarca, al mattino del 16 aprile. Il palazzo della Vecchia Borsa, uno degli edifici più caratteristici della città, è stato avvolto dalle fiamme. Il rogo ha bruciato la guglia del palazzo, alta 54 metri, che è poi collassata, crollando all’interno dell’edificio. Non risultano esserci feriti.

La Danimarca è sotto shock. La Vecchia Borsa era in ristrutturazione edilizia, avvolta dalle impalcature. L’incendio ricorda il rogo che devastò il tetto della cattedrale parigina di Notre-Dame, rischiando di far crollare almeno una delle due torri. La grande chiesa gotica, simbolo della capitale francese, riaprirà i battenti l’8 dicembre di quest’anno, per la festa cattolica dell’Immacolata Concezione. Per una coincidenza spaventosa, l’incendio che sta distruggendo la Vecchia Borsa di Copenhagen e ne ha già fatto crollare la guglia è avvenuto esattamente 5 anni dopo quello di Notre-Dame. La cattedrale di Parigi fu avvolta dalle fiamme dal tardo pomeriggio del 15 aprile fino al mattino del giorno successivo.

Copenhagen incendio guglia crollata

Foto X @brunosan

Copenhagen sotto schock

Per quanto riguarda Copenhagen, elemento caratteristico del palazzo in fiamme era appunto la guglia, dalla forma che ricordava quattro code di draghi che si uniscono tra loro (e di altezza pari a 54 metri). Per questo era chiamata la Guglia del Drago.

Di stile rinascimentale, costruito tra il 1619 e il 1640 per volere del Re Cristiano IV, nel palazzo della Vecchia Borsa (Børsen) erano in corso interventi di rinnovamento. Oggi ospita la Camera di Commercio danese. La Børsen si trova di fianco al Parlamento della Danimarca, il Palazzo di Christiansborg. Lo storico edificio di Copenhagen ha ospitato gli scambi della Borsa valori fino agli Anni Settanta.

Incendio rogo Copenhagen Vecchia Borsa
A seguito del rogo si cerca di mettere in salvo le numerose opere d’arte all’interno della Borsa di Copenhagen. Foto X @AnsPersoons

All’interno c’è una vasta raccolta di opere d’arte, molte delle quali rischiano di andare in fumo. Nei video e nelle immagini che circolano in rete si vedono alcune persone mentre tentano di mettere in salvo dipinti e opere d’arte custoditi nella Vecchia Borsa. La polizia ha chiesto ai cittadini di evitare di circolare, anche a bordo di veicoli, nelle vicinanze dell’area colpita dall’incendio. Le forze dell’ordine hanno dichiarato su X di aver transennato e bloccato alcune zone del centro città per combattere l’incendio. “Stiamo assistendo a uno spettacolo terribile“, dicono dalla Camera di commercio di Copenhagen. Al momento sconosciute le cause dell’incendio, mentre sono al lavoro molte squadre dei vigili del fuoco. “È un rogo molto, molto esteso. Stiamo cercando di domarlo e dovremo lavorare a lungo” ha dichiarato il direttore della gestione delle emergenze a Copenaghen, Jakob Vedsted Andersen.

Notre-Dame, restauri quasi finiti

E mentre la Danimarca rivolge i suoi pensieri a Copenhagen in queste ore drammatiche, a Parigi proseguono i lavori di restauro di Notre-Dame, che riavrà la sua guglia. I lavori saranno completati nei prossimi mesi. L’apertura è attesa per l’8 dicembre. “Nella serata del 7 dicembre – ha spiegato a Vatican News Olivier Ribadeau Dumas, rettore e arciprete della cattedrale di Parigi – avrà luogo la solenne apertura delle porte di Notre-Dame alla presenza delle autorità, seguita dalla benedizione dell’organo che è stato completamente smontato e poi rimontato (…). La mattina dell’8 dicembre, seconda domenica di Avvento, avrà luogo la consacrazione del nuovo altare seguita dalla celebrazione dell’Eucaristia“. Non è neppure escluso che possa essere il Papa stesso a celebrare di persona la riapertura di Notre-Dame.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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