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Eclissi totale di sole: le cascate del Niagara invase dai turisti, la scienza alla prova

Non solo un fenomeno di curiosità. Gli scienziati cercano conferme alle proprie teorie. Nel 2027 a Lampedusa la prossima eclissi da non perdere

Un’eclissi totale di sole sarà visibile l’8 aprile in Nord America, mentre è già passata all’alba sul Sud America (video sotto). Le terrazze sulle cascate del Niagara, così come la metropoli texana di Dallas si sono riempite di astronomi, curiosi e turisti. Il momento topico giungerà attorno alle 20.30 ora italiana. Come un vero re, il sole indosserà una ‘corona’ d’eccezione. La sua atmosfera più esterna, la corona solare appunto, “potrà essere 5-6 volte più grande del diametro della stessa stella” dice all’Ansa Roberto Ragazzoni, docente di astrofisica all’Università di Padova e neo presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. Se ciò accadrà, sarà a “causa della concomitanza col periodo di massima attività solare”.

Osservare l’eclissi dal vivo o attraverso le numerose dirette disponibili online sarà un’occasione da non perdere. Anche perché in Italia dovremo attendere altri tre anni per ammirare uno spettacolo simile. “L’appuntamento è per il 2 agosto 2027, quando un’eclissi totale di Sole sarà visibile sopra Lampedusa“, sottolinea lo scienziato. Quella dell’8 aprile potrebbe mostrarci la nostra stella in una veste alquanto familiare.

eclissi di sole 8 aprile 2024
Foto Ansa/Epa Sara Yenesel

L’eclissi e la corona solare

Secondo Ryan French, fisico solare del National Solar Observatory a Boulder in Colorado, le protuberanze filamentose della corona del sole si estenderanno non solo dalla regione equatoriale, come nei periodi di minima attività, bensì da tutto il disco solare. Ciò significa che si dirameranno in ogni direzione proprio come nei disegni dei bambini.

Prevedere la forma della corona solare non è solo un passatempo per ingannare l’attesa dell’eclissi, ma una vera e propria attività di ricerca scientifica. Un team di esperti della Nasa che si occupa di scienza predittiva ha infatti sviluppato un modello computazionale che produce previsioni aggiornate quasi in tempo reale. Questo avviene grazie ai dati relativi al campo magnetico della superficie solare (fotosfera) raccolti dal telescopio spaziale Solar Dynamics Observatory.

Il modello, elaborato dal supercomputer Pleiades della Nasa, sarà messo a confronto con le immagini dell’eclissi per verificare quanto sappiamo realmente delle dinamiche che muovono il gas elettricamente carico (il cosiddetto plasma) della corona. Conoscere questa parte dell’atmosfera solare è cruciale, perché dà origine al vento e alle tempeste solari che possono influire sulla Terra. Si tratta dei fattori che determinano fenomeni spettacolari come le aurore boreali ma anche interferenze con il normale funzionamento di satelliti, Gps, comunicazioni radio e reti elettriche.

Quella volta che Einstein…

L’eclissi sarà un importante banco di prova per le attuali teorie, così come è già accaduto per altre eclissi del passato che hanno segnato la storia della scienza. Una delle più memorabili è stata quella del 29 maggio 1919, che permise di testare la teoria generale della relatività che il genio della scienza moderna, Albert Einstein, aveva elaborato soltanto pochi anni prima, contribuendo alla conferma ma anche al superamento delle teorie di Isaac Newton.

Misurando la posizione delle stelle intorno al disco lunare fu possibile dimostrare che l’immensa gravità del sole piega e distorce la luce in arrivo da stelle più lontane come previsto dalla relatività“, ricorda Roberto Ragazzoni. “Fu la vera e propria consacrazione di una teoria che fino ad allora era rimasta confinata in un ristretto ambito scientifico e che oggi invece è alla base di tante tecnologie di uso quotidiano come i Gps“.

Eclissi totale di sole America
Foto X @DailyLoud

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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