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Aiuti a Gaza, riapre il valico di Erez. Gli Usa: “Israele deve cessare il fuoco”

La Casa Bianca chiede a Tel Aviv "misure specifiche" e "un'azione immediata" per la sicurezza di civili e operatori umanitari

Uno spiraglio di luce per la Striscia di Gaza, dopo la strage degli operatori umanitari della ong statunitense World Central Kitchen, massacrati “per errore” da droni israeliani e le proteste della Casa Bianca. L’ufficio del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, consentirà la consegna “temporanea” di aiuti attraverso il confine settentrionale, ovvero attraverso “Ashdod e il checkpoint di Erez”.

Questo aumento degli aiutieviterà una crisi umanitaria“. Tuttavia, aggiunge l’ufficio del premier, “è necessario per garantire la continuazione dei combattimenti e per raggiungere gli obiettivi della guerra“. Un’apparente, violenta, contraddizione in termini: dare più aiuti per poi continuare a bombardare la Striscia. A Washington l’irritazione contro Tel Aviv sta salendo di giorno in giorno. “Faremo in modo che Israele non venga mai lasciato senza la capacità di difendersi. Allo stesso tempo, se non ci saranno cambiamenti nel loro approccio, è molto probabile che cambieremo il nostro“. Così la vicepresidente Usa, Kamala Harris, rispondendo a un giornalista di Spectrum News.

Valico Erez aiuti umanitari Gaza
Il checkpoint fortificato al valico di Erez. Foto X @RaiNews

Biden duro con Netanyahu

C’è stata una conversazione telefonica fra Biden e Netanyahu nelle ultime ore che la vicepresidente non ha esitato a definire “schietta“. Vale a dire: senza peli sulla lingua. Secondo quanto si legge in una nota della Casa Bianca, il presidente Biden avrebbe detto al premier israeliano che “gli attacchi agli operatori umanitari e in generale la situazione umanitaria sono inaccettabili. Israele deve annunciare e attuare una serie di misure specifiche, concrete e misurabili per affrontare i danni ai civili, le sofferenze umanitarie e la sicurezza degli operatori umanitari“.

Biden “ha chiarito che la politica degli Stati Uniti nei confronti di Gaza sarà determinata dalla nostra valutazione sull’azione immediata di Israele rispetto a queste misure“. Il presidente americano ha inoltre sottolineato che “un cessate il fuoco immediato è essenziale per stabilizzare e migliorare la situazione umanitaria“. Ma anche per “proteggere i civili innocenti“. E ha esortato il premier israeliano a mettere i suoi negoziatori in grado di concluderesenza indugio un accordo per riportare a casa gli ostaggi“.

Israele guerra Gaza 6 mesi
Foto X @Reuters

Già mercoledì 4 aprile Joe Biden aveva accusato Israele di non fare abbastanza per proteggere gli operatori umanitari. E aveva sollecitato una rapida indagine sull’attacco del 2 aprile dei droni delle Forze di difesa israeliane (Idf) nel sud della Striscia di Gaza. Un attacco brutale che ha ucciso, centrandole in pieno dopo averle seguite, 7 persone che lavoravano per l’organizzazione non governativa statunitense World Central Kitchen, dello chef José Andres.

Palestinesi colpiti mentre raccolgono aiuti

Intanto un filmato che la tv qatariota al Jazeera ha trasmesso in esclusiva mostra soldati israeliani che prendono di mira deliberatamente i palestinesi mentre si precipitano a raccogliere gli aiuti. Si tratta di aiuti che aerei statunitensi lanciano nel nord-est di Gaza. Il video, girato lo scorso 9 marzo, mostrerebbe i militari dell’Idf aprire il fuoco nonostante nessuno di questi uomini palestinesi costituisca una minaccia. Gli spari continuano anche mentre gli uomini abbandonano la zona, allontanandosi dal confine e dalle postazioni dei militari.

Bambini scuola Egitto Israele Gaza
Bambini palestinesi della Striscia di Gaza, sfollati al confine con l’Egitto, a Rafah. Foto Ansa/Epa Haitham Imad

L’Unicef: “Bambini senza più scuola

Il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef) da parte sua comunica che oltre la metà dei bambini di Gaza620.000non può frequentare la scuola a causa della distruzione portata da 6 mesi di guerra, che ricorreranno domenica 7 aprile. A Gaza 8 scuole su 10 sono danneggiate o distrutte. Il 10% delle strutture è completamente decimato, afferma l’Unicef. Ma ricostruire le scuole sarà un compito più semplice che affrontare il trauma dei bambini e la perdita dell’istruzione, aggiunge David Skinner di Save The Children. “Ciò che spesso si perde nel parlare di Gaza è che si tratta di una catastrofe per i bambini” ha detto Skinner. “Si tratta di bambini che hanno subito un lutto, che hanno perduto persone care, che sono malati e malnutriti“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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